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IL “NO” NELL’EUROPARLAMENTO

La “maggioranza Ursula” respinge (anche) la nuova Pac e il taglio di risorse per l’agricoltura

Lettera di Ppe, S&D, Renew e Verdi alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, con il plauso delle organizzazioni agricole
AGRICOLTURA, BILANCIO UE, Coldiretti, COMMISSIONE UE, Confagricoltura, EUROPARLAMENTO, PAC, URSULA VON DER LEYEN, Non Solo Vino
L’Europarlamento di Strasburgo

Che la proposta di bilancio 2028-2034 della Commissione Ue - tra le cui voci prevede 300 miliardi di euro dedicati all’agricoltura, da capire se gestiti attraverso un nuovo Fondo Unico o mantenendo le specificità della Politica Agricola Comune (Pac), e che, comunque, sono 86 miliardi di euro in meno della Pac 2021-2027, e dei quali 31 erogati all’Italia ma diminuiti del 22% - non piacesse neanche un po’ al settore agricolo lo si era visto con le proteste che si erano scatenate da parte delle varie rappresentanze e anche dalla “bocciatura” del Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Ma ora, a contestarla - tramite una lettera indirizzata alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen - sono anche i capigruppo di Ppe, Socialisti, Renew e Verdi, ovvero le stesse forze politiche che nell’Europarlamento uscito dalle elezioni 2024 hanno votato per riconfermare l’ex Ministro della Difesa tedesco a capo dell’esecutivo comunitario. Una missiva con la quale la cosiddetta “maggioranza Ursula” respinge, di fatto, l’attuale proposta di bilancio, giudicata “inaccettabile”, ponendo la revisione come condizione di base per l’avvio dei negoziati.
Lettera che ha raccolto la soddisfazione di Confagricoltura:
“questa lettera è anche un risultato tangibile dell’azione messa in atto in queste settimane da parte della Confederazione e dei tanti agricoltori che hanno deciso di opporsi, in maniera netta ed evidente, alla proposta avanzata dalla presidente von der Leyen”, ha commentato il presidente Massimiliano Giansanti. La Confederazione degli agricoltori ha pertanto ribadito come sia necessario archiviare l’attuale proposta di riforma della Pac, superando l’idea del Fondo Unico, che determinerebbe la soppressione dei due storici strumenti di finanziamento della politica agricola europea - il Fondo europeo agricolo di garanzia (Feaga) e il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr) - con conseguenze negative sulla competitività del settore e sulla stabilità delle aree rurali europee. Condivisa, inoltre, l’impostazione dei gruppi politici europei che “riconoscono il ruolo centrale dell’agricoltura nelle politiche comunitarie e la necessità di preservare una gestione realmente condivisa delle risorse europee. È indispensabile che la nuova Pac resti fondata sui principi di competitività, sostenibilità e coesione territoriale, valorizzando il contributo degli agricoltori alla crescita e alla sicurezza alimentare dell’Unione”.
E per Coldiretti, che nell’Assemblea Nazionale di luglio aveva espresso la necessità di modificare l’impianto finanziario della nuova Pac 2028-2034 entro due anni, i tempi stimati potrebbero forse, dunque, anche accorciarsi con anticipo. “La lettera va nella direzione delle nostre mobilitazioni messe in campo a Bruxelles e in tutta Italia contro un progetto scellerato che segnerebbe la fine dell’agricoltura europea, aumentando importazioni e rischi per consumatori e agricoltori - scrive l’associazione degli imprenditori agricoli - un’iniziativa che testimonia come il “piano Ursula” non trovi più sponde neppure all’interno della sua stessa maggioranza, essendo ormai più che evidenti i rischi da mesi denunciati dalla Coldiretti sugli effetti dei tagli alla Pac, che porterebbero le risorse per l’Italia a 31 miliardi di euro, con un calo netto del 22% rispetto alla passata programmazione. In tutto 8,7 miliardi di euro in meno, pari a 1,2 miliardi all’anno”.
Ma l’accento viene posto anche sulla questione della sicurezza alimentare: “la riduzione degli investimenti in agricoltura avrà un impatto anche sulla salute dei cittadini, poiché il calo della produzione agricola made in Europe costringerà ad aumentare le importazioni dagli altri Paesi, dove non vengono rispettate le stesse regole in fatto di sicurezza alimentare e sostenibilità, oltre che di rispetto dei diritti dei lavoratori. Mentre le altre potenze mondiali incrementano gli investimenti a sostegno delle proprie agricolture - conclude Coldiretti - l’Unione Europea continua a perseguire una politica economica e produttiva inefficace, che sta causando la chiusura di interi settori agricoli europei e favorendo invece paesi come la Cina”.

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