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BIRRA

La migliore birra d’Italia viene dal Piemonte. La “Slurp” è la Spiga d’Oro ai Best Italian Beer

L’american pilsner prodotta dal Birrificio Soralamà batte la concorrenza. Si chiude l’anno brassicolo con il settore che gode di ottima salute
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La migliore birra d’Italia è del Piemonte. La “Slurp” è Spiga d’Oro ai Best Italian Beer

La miglior birra italiana del 2018? È la “Birra Slurp”, prodotta dal Birrificio Soralamà, che si è aggiudicato la prestigiosa Spiga d’Oro che decreta la “Best Beer of the Years 2018”. Questa “american pilsner” piemontese batte tutta la concorrenza nel Premio Nazionale, giunto alla quarta edizione, organizzato da FederBirra (Federazione Italiana Birra Artigianale) e rivolto a tutti i produttori di Birra Artigianale Italiana. L’obiettivo del concorso è quello di selezionare le migliori produzioni italiane, suddividendole per categorie di prodotto.
Con la consegna dei riconoscimenti si è concluso anche l’anno brassicolo, coronato da un periodo d’oro per il settore che sta entrando con insistenza nei gusti degli italiani, trainato da una generazione di amanti di questo prodotto. Infatti, secondo una ricerca realizzata dalla Fondazione Birra Moretti, in collaborazione con Noi di Sala e Aspi, la fascia d’eta che va dai 30 ai 45 anni (il 57,4% dei consumatori) ordina la birra tutto l’anno (non più, dunque, solo d’estate), spesso in abbinamento a piatti tradizionali ma anche gourmet, mescolando competenza e curiosità e portando quasi il 5% del fatturato nei ristoranti (qui la birra è richiesta da quasi 7 italiani su 10) che, ovviamente, si adeguano alla nuova tendenza. Si beve prevalentemente fuori dalle mura di casa: ristoranti, bar, pub e pizzerie rappresentano il 41,5% dei consumi di birra. I numeri mostrano come birra e vino siano ormai sullo stesso piano. Dal 2015 al 2017, il contributo della filiera della birra italiana alla crescita della ricchezza e al benessere del nostro Paese - il valore condiviso - è cresciuto di 1 miliardo di euro (+12,9%), a 8,863 miliardi di euro, lo 0,51% del Pil.
Il valore condiviso della birra è equivalente alla metà (47%) del valore della produzione di bevande nazionale (18,9 miliardi), e pressoché pari alla produzione vinicola (stimata in 9,5 miliardi nel 2017). E le cifre, quando sono in salute, si traducono anche in nuova occupazione. Basti pensare che nello stesso periodo la filiera è stata in grado di offrire 6.000 posti di lavoro in più.

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