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I vip vanno all’assalto ed i vitigni vanno alle “stelle” … Era l’isola da cui partivano le navi cisterna piene di vino ad alta gradazione per "tagliare" i vini francesi, per essere trasformato in alcoolici di grande consumo, o per la distillazione ad uso industriale. Altri tempi: oggi la Sicilia è diventata una sorta di Eldorado per enologi, produttori e semplici intenditori. Nell'isola è in corso una sorta di gara per accaparrarsi tenute e fattorie dove impiantare vigneti, autoctoni in particolare, e vinificare. Due esempi per tutti: l'attore francese Gerard Depardieu ha investito a Pantelleria, patria del passito e del moscato; il re del pop Mick Hucknall ha invece acquistato una tenuta alle pendici dell'Etna dove produrrà il "Simply red wine", dal nome del suo gruppo musicale. Vignaioli grandi e piccoli investono quaggiù e i terreni sono già schizzati alle stelle. Nel 2002 è sbarcato Gianni Zonin, il più grande vignaiolo d'Italia, che parla di questa terra come "la nuova frontiera dell' enologia italiana". Nel 2002 ha inaugurato il "Feudo Principi di Butera" nell'agro a Sud di Caltanissetta: una tenuta di 300 ettari, dei quali 135 a vigneto che diventeranno 180 entro il 2004. Il vitigno principe è il Nero d’Avola che, già alla prima vinificazione, ha dato risultati straordinari: il Deliella 2000 alla sua prima uscita si è aggiudicato i “Tre Bicchieri” del Gambero Rosso, i “5 Grappoli” della Guida dei Sommelier e il “Sole” di Veronelli. Prima di Zonin, aveva fiutato il buon affare Emilio Pedron, manager del Gruppo Italiano Vini, prima azienda vitivinicola italiana con 10 cantine controllate da Nord e Sud: in Sicilia il Giv ha acquisito un marchio illustre, Rapitalà, 120 ettari in zona di Alcamo, terra di nero d’Avola, chardonnay e pinot nero. Poi ci sono personaggi come Diego Planeta, da pochi giorni cavaliere del lavoro, presidente della Cantina Settesoli di Menfi con 2300 soci (e vigneti estesi su un'area di ben 6500 ettari) ed una produzione di oltre 20 milioni di bottiglie di vino: uno dei protagonisti del risorgimento enologico dell’isola. Poi il rilancio di marchi storici come il gruppo Corvo-Florio, Pellegrino coi marsala e passiti e, sempre nel Trapanese, Donnafugata della famiglia Rallo, grandi innovatori coi vitigni autoctoni (inzolia, grillo, catarratto) e primi a lanciare la vendemmia notturna. Per non parlare di "Regaleali" del conte Tasca d'Almerita che nel Nisseno ha realizzato nuovi stabilimenti, barricaie e bottaie, inserendoli in complessi ottocenteschi restaurati nel pieno rispetto dell'ambiente. E il Banco di Sicilia da qualche anno immette sul mercato certificati "en primeur" di aziende vinicole come Planeta e Benanti. I certificati consentiranno a rivenditori e collezionisti di assicurarsi, quando verranno poste sul mercato, partite dei vini in maturazione ad un prezzo bloccato in partenza.
(arretrato de "Economia" de "La Nazione, Il Giorno, Il Resto del Carlino" del 5 giugno 2004)

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