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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Il miracolo del vino italiano (fatturato delle cantine 15.000 miliardi, allargato 32.000 miliardi, 4.320 miliardi di attivo nella bilancia commerciale) ha catturato l'attenzione del golden boy del Motorshow, del Lingotto e del Salone dell'auto. L'imprenditore bolognese Alfredo Cazzola, noto per il suo fiuto nel lanciare eventi fieristici, ha finalmente sollevato il sipario sul primo "Salone del Vino", che si terrà a Torino al Lingotto dal 15 al 18 novembre. Quattro giorni riservati alle aziende e ai professionisti del vino che trasformeranno i padiglioni del Lingotto in piazza finanziaria, sala di degustazione, teatro di nuove proposte, sede privilegiata di "vino-mercato" tra produttori e grandi buyer e importatori.
Cazzola riassume così il senso del progetto: "creare un incontro esclusivo e diretto fra aziende e mercato; valorizzare i territori e le aziende emergenti; offrire alle aziende vitivinicole il massimo dei servizi; restituire agli imprenditori il protagonismo economico che meritano; mettere vino e imprese in rete con gli altri elementi forti del made in Italy; fornire alle aziende uno strumento di comprensione del mercato". Il guanto di sfida al Vinitaly veronese è lanciato e c'è da attendersi adesso delle contromosse dalla piazza scaligera che vede entrare un altro attore forte sul mercato delle manifestazioni enoiche. Il Salone sarà organizzato da Lingotto Fiere (società controllata dalla Promotor International di Cazzola) in collaborazione con partner prestigiosi come l'Enoteca Italiana di Siena, il Movimento del turismo del Vino e l'Enoteca regionale del Piemonte. Già 300 espositori si sono prenotati. "Ma l'obiettivo – dice Giuseppe Bitti, direttore generale di Lingotto Fiere - è di arrivare ad una presenza di 400/500 produttori e 10.000 presenze di buyer e operatori". Cifre lontane dal gigantismo del Vinitaly (3.300 espositori e 135.000 visitatori nell'ultima edizione) e che fanno capire come Cazzola non punti ad insidiare la leadership veronese, ma a fare qualcosa di diverso. E la prima novità sarà il lancio di un Osservatorio permanente sul vino, un po' come la Promotor già fa per il mercato delle auto e moto. Un osservatorio no-profit a disposizione di aziende e operatori in cui con cadenza mensile si farà il punto sulle tendenze del settore, dell'export, dei consumi, dei comparti affini per 'orientare al mercato' le aziende, quasi sempre di dimensioni medio-piccole, spesso prive di strumenti di analisi e di marketing. "Da osservatori esterni – aggiunge Cazzola – ci siamo resi conto che in pochi si preoccupano di capire le articolazioni del mercato del vino, della cantina come azienda e delle sue necessità. Il vino è come la moda: non ci sono solo le sfilate, gli atelier hanno bisogno di strategie di comunicazione e finanziarie, di formazione, sostegno all'export, ricerca ... Così il mondo polverizzato delle cantine ha bisogno di strumenti di supporto, di monitoraggio, di assistenza per stare sul mercato" ...

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