La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Sorsi d'Italia a Pechino. Degustazioni di vino, ma anche olio, nella Città proibita ... Mentre il Brunello prende la via di New York per una degustazione dell'ultima grandissima annata (il '97), il made in Italy agroalimentare sbarca all'ombra della Città proibita per iniziativa di Veronafiere che già da qualche anno tasta il polso di un paese-continente che è tuttora Repubblica popolare, ma che nei consumi guarda sempre più ad occidente, alle mode e agli status symbol europei e americani. Il vino è in prima fila in questa riscoperta, ma non solo.
Quest'anno Veronafiere organizza il quarto 'China Winitaly' allargando l'ottica dal vino all'olio e ai prodotti tipici, completando così la filiera dell'agroalimentare italiano. «Stiamo lavorando da tempo – dice il commissario straordinario Pierluigi Bolla – per promuovere il sistema Italia sui mercati del Far East, Cina e Giappone in testa». Conferma Jao Tianlai, presidente dell'Ufficio cinese per la promozione dei commerci: «La qualità dei vini italiani è altissima, ma occorrono ulteriori azioni di propaganda verso gli operatori del trade e i consumatori» ... Con l'occhio rivolto ad un mercato potenziale di almeno 100 milioni di consumatori (e all'annunciata riduzione dei diritti doganali su vino e olio dall'attuale 65% al 10% entro 5 anni, merito dell'ingresso della Cina nel Wto) sono tornati sulle orme di Marco Polo alcuni dei bei nomi dell'enologia italiana: da Felluga a Badia a Coltibuono, da Masi Agricola alla Fattoria dei Barbi, da Slow Food alle più importanti regioni del vino. Chianti, Brunello, Amarone a tener compagnia ai grandi extravergini d'oliva e a tante altre delikatessen made in Italy: dal caffè alla pasta, dai liquori ai dolciumi. Quattro giorni di degustazioni, prove d'assaggio, talk-show enogastronomici ...