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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

La svolta di Campari: “Il futuro è nel vino”. Il gigante italiano acquista le cantine Sella & Mosca e punta a un polo vinicolo di qualità ...
Prendi un Campari e aggiungi una robusta dose di fermentino. Per farsi questo spritz Marco Perelli-Cippo, amministratore delegato della Campari, ha appena staccato un assegno da 68 milioni di euro. Tanto è costato l’acquisto delle cantine Sella & Mosca: 540 ettari di vigneti davanti al mare blu di Alghero (“Sono come dodici campi da golf a 18 buche”), quasi sei milioni e mezzo di bottiglie vendute ed un’azienda modello, la più grande d’Europa, passata via via dal fondatore, il nipote di Quintino Sella, fino ai Bassetti e infine ai Bonomi. Dentro a Sella & Mosca Perelli-Cippo ha trovato anche 80 ettari di vigneti in Francia, una joint venture commerciale in Cina (un merlot con etichetta Catài) e soprattutto l’infuso di Mirto Zedda Piras. Due milioni di bottiglie “Per dichiarare guerra al limoncello nel fine pasto degli italiani”) ... Allora ha deciso di consolarsi con un buon bicchiere di vino? “Il vino per Campari è una diversificazione importante. E’ un settore in movimento, con grandi opportunità. Per dire, in Toscana è entrato un colosso come la californiana Mondavi. Insomma, il vino italiano di alta gamma ha un futuro di sviluppo ma un mercato frammentato con oltre 45 mila piccoli produttori. E la Campari ha un progetto”. Quale? “Quello di costruire un grande polo del vino italiano di qualità. Ci mancava la prima pietra e con Sella & Mosca l’abbiamo trovata”. (arretrato, pubblicato il 15 giugno 2002)

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