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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Da Chateaux Margaux il "tesoro" degli Agnelli. Agli altri grandi vini del bordolese: in Francia tra le bottiglie milionarie ... «Investite in vino, male che vada potrete sempre berlo». Aveva ragione l'avvocato Agnelli. Tenuto conto dell'andamento del mercato azionario e delle borse, questa sua ormai celebre affermazione, appare quantomai attuale. Volete investire? Puntate sul vino. Se le cose vanno male, almeno ci si può consolare con un brindisi! Nei giorni che sono seguiti alla scomparsa dell'avvocato, molto si è scritto riguardo ai suoi innumerevoli interessi. In particolare, del suo amore per la Ferrari, per la Juventus e per lo sci. Poco o nulla, invece, è stato ricordato della sua passione per l'enogastronomia. Raffinato gourmet, l'avvocato, del vino di qualità, era un vero cultore. Sua l'iniziativa dell'operazione che, nel 1992, in occasione del cosiddetto "affaire Perrier", portò gli Agnelli ad allargare ulteriormente l'orizzonte degli interessi di famiglia e a diventare comproprietari di quella gemma dell'enologia mondiale che è chateaux Margaux. Solo business? Affatto. Per l'avvocato, il vino, era affare, certo. Ma soprattutto passione e poesia. La verità è che l'avvocato, da attento osservatore del mondo di Bacco, sapeva bene che se un paradiso enoico in terra esiste, questi è Bordeaux. E lì volle acquistare. Sogno di ogni enofilo, terra di grandi chateaux, la zona del bordolese, con i suoi due millenni di storia enoica, a buon diritto, viene considerata la capitale mondiale del vino. È qui che vengono alla luce alcuni dei più grandi vini del pianeta. I nomi? Oltre a chateaux Margaux, appunto, fanno parte ormai della leggenda, chateaux Lafite Rothschild, chateaux Mouton Rotschild, chateaux Latour, chateaux Haut Brion, chateaux Cheval Blanc, chateaux Ausone, chateaux Petrus. Il loro segreto? Il terroir. Parola affascinante, con cui i francesi, sinteticamente, descrivono la magia di terreni, clima e paesaggio, capaci di dare anima e pesonalità senza eguali a vitigni e vini. Il più grande di tutti? Chateau d'Yquem, quel vino bianco liquoroso dal colore dell'oro e dal gusto ammaliante, prodigioso nettare degli dei, che, si dice, "va bevuto in ginocchio". Un difetto di questi vini? Il prezzo. Alto. Anzi, altissimo. Qualche prezzo, per mettere sul chi vive, chi non considera il vino un investimento, ma lo ritiene un piacere da celebrare, non in banca, ma nel bicchiere. Negli ultimi mesi, un Latour 1795 è stato valutato 62.500 dollari, un Yquem 1787 40.000 dollati, un Lafite Rothschild 1799 55000 dollari. La ragione di prezzi simili? L'eccezionalità delle annate? Gli oltre due secoli di vita di queste bottiglie? Certo. Ma chi si avvicina a questi autentici miti enoici, non si faccia illusioni. Anche per aggiudicarsi le bottiglie dei millesimi più recenti, la spesa non sarà certo una bazzecola. Bevuta da 1700 dollari Per capirsi. Una bottiglia imperial (6 lt) di chateaux Latour 1998 in un'asta svoltasi a Chicago il 28 dicembre 2001 è stata valutata 1100 dollari, mentre in un'asta svoltasi a Chicago il 30 dicembre 2001 una jeroboam (3 lt) di chateau d'Yquem 1995 è stata valutata 1700 dollari, una imperial di chateaux Mouton Rotschild 1998 1650 dollari, una magnum (1,5 lt) di chateaux Lafite Rothschild 1998 380 dollari e un'imperial sempre di chateaux Lafite Rothschild 1998 1950 dollari. Detto questo, un viaggio alla scoperta del bordolese, è emozione che, almeno una volta nella vita, vale la pena provare. Le mete? Innanzitutto Bordeaux, "la sola città di provincia" che come scrisse lo storiografo Jullian "ha il portamento della capitale". Da non perdere l'imponente Grand-Theatre, la suggestione del pittoresco quartiere di Saint Pierre, l'eleganza della cattedrale gotica di Saint Andrè. I locali della gola? Uno per tutti, la Tupina (tel. 0033.556915637), un autentico paradiso dei ghiottoni, considerato dai severi critici del New York Herald Tribune il "secondo miglior bistrò del mondo", dove, in un'atmosfera accogliente e famigliare, la cucina celebra in modo davvero esemplare sua maestà la carne. Il tutto, come s'intende, innaffiato, dai migliori grandi vini di Bordeaux. Sempre nel segno del vino, meritano la visita villaggio e vigneti di Saint Emilion e di Montbazillac, patria di un eccellente bianco dolce liquoroso che viene considerato il "rivale" del Sauternes. Per chi, invece, di vino e vigneti non ne vuole sapere, la meta potrà essere Arcachon, dove sarà uno spettacolo gustare ostriche da mille e una notte, tra le migliori di Francia, di fronte allo spettacolo dell'Oceano.

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