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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

"Rivendeva" nel Chianti. Le quote di vigneti veneti ... Maxitruffa del vino. Ne sono state vittima una sessantina di aziende viticole toscane, cadute nei raggiri di un funzionario dell'ispettorato regionale dell'agricoltura a Rovigo, che è stato arrestato dalla Guardia di Finanza dopo un anno di indagini. L'ispettore, Massimo Guerra, 45 anni, residente a Rovigo, si sarebbe presentato ai viticoltori delle province di Siena ed Arezzo come un mediatore vendendo falsi «diritti di reimpianto» di vitigni di aziende venete del tutto ignare di averli ceduti: ben centocinquanta, polesane, quelle coinvolte nella truffa a loro insaputa. La frode si basava sulla normativa comunitaria per il vino, simile alle «quote latte», che impone a ciascun paese della Ue di mantenere inalterata la superficie complessiva di vigneti. Ad ogni ettaro «reimpiantato» deve corrispondere un ettaro «estirpato» in qualsiasi altra parte del territorio. Proprio su questo vincolo avrebbe fatto leva Guerra venendo incontro alle esigenze dei produttori toscani di vini doc, Chianti classico, Nobile di Montepulciano e Brunello di Montalcino. Offriva loro i «diritti di reimpianto» per vigneti «estirpati» in Veneto. Solo che non era vero. Ma apparentemente era tutto in regola: Guerra secondo l'inchiesta produceva le false comunicazioni di estirpazione, i relativi «certificati» della Regione, le deleghe di vendita delle aziende, la documentazione castatale. In questo modo 124 ettari di vitigni sono «spariti» sulla carta dal Veneto e sono stati reimpiantati in Toscana: ognuno sarebbe stato pagato da 15 a 30 milioni di vecchie lire, in tutto almeno un paio di miliardi. Le Province di Siena ed Arezzo avrebbero avuto la conferma della regolarità dell'operazione dalla Regione Veneto, cioè da Guerra stesso. Che i conti non tornavano è saltato fuori dai controlli del gruppo anti-frode del nucleo regionale della Guardia di Finanza di Venezia: nel maggio 2002 è partita l'inchiesta, coordinata personalmente dal Procuratore capo della Repubblica di Rovigo Lorenzo Zen. Ma proprio allora, sospettando qualcosa, Guerra ha lasciato all'improvviso il suo ufficio ed è scomparso. Tanto che poco dopo la Regione Veneto lo ha licenziato. Sembra che sia andato avanti e indietro dall'estero, finchè a metà del maggio scorso la Guardia di Finanza lo ha rintracciato a Pordenone ed ha eseguito l'ordine d'arresto emesso dal Gip di Rovigo Paola Palladino su richiesta del Procuratore Zen, per truffa aggravata e continuata e falso ideologico in atti pubblici. Ora Guerra è detenuto nel carcere di Verona. Dell'arresto non era stato fatto trapelare nulla perchè l'inchiesta va avanti. Potrebbe avere clamorosi sviluppi e coinvolgere alcuni funzionari pubblici delle Province toscane. La vicenda avrà anche inedite conseguenze sul piano amministrativo ed economico, perchè l'Italia dovrà rimettersi in regola con la Ue sui 124 ettari di viti «sforati». In teoria alle aziende toscane potrebbe essere intimato ora di estirparli. La «grana» dovrà essere risolta dal ministero delle politiche agricole.

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