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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Il parere - Gianni Zonin: “Prezzi moderati è la parola d’ordine”. Ecco perché calmierare i listini … Dopo un 2003 fiacco, il 2004 sarà per il mercato del vino un anno migliore. La leggera ripresa dell’economia internazionale che è all’orizzonte spinge i vignaioli italiani ad essere più fiduciosi, o almeno meno pessimisti. Lo conferma un sondaggio di winenews.it, uno dei siti web più cliccati dagli enoappassionati. Si confida in un aumento delle vendite, soprattutto nel secondo semestre 2004, grazie alla ripresa prevista dei consumi delle famiglie di circa un +0,6% (nel 2003 c’è stata invece una leggera, ma pur significativa flessione, di -0,8%). L’atteggiamento degli imprenditori del vino volge al bello: per il 65% sono certi che nel 2004 il loro fatturato aumenterà del 10-15 %, ma c’è anche un 25% di aziende vinicole che, invece, vedono addensarsi nuvole sul settore.

Che ne pensa il più grande vignaiolo privato italiano, Gianni Zonin? La maison vicentina, dove si coltiva la vigna da quasi due secoli, ha allargato da tempo i suoi orizzonti produttivi ai territori del vino d’eccellenza (Toscana, Piemonte, Veneto, Lombardia, Sicilia, Puglia, Friuli) e, da qualche anno, ha intrapreso una vera e propria “rivoluzione” nel nome della qualità. Adesso la scelta ‘rivoluzionaria’ di calmierare i prezzi: “Per sensibilità nei confronti dei clienti - spiega Gianni Zonin - la mia azienda ha deciso di non aumentare il listino neppure di un centesimo sia sul mercato italiano sia su quello estero. Un messaggio verso i consumatori che si riverbera anche sui concorrenti. Sono convinto che sarà una linea di comportamento che verrà seguita”.

Non c’è stata troppa leggerezza da parte dei produttori nella gestione delle quotazioni? Da chi è partito il cattivo esempio che poi ha contagiato tutti, enotecari e ristoratori, ingenerando una speculazione di filiera che si è scaricata sul consumatore?
Zonin ripercorre due fasi: “Quindici anni fa il consumatore confondeva prezzo con qualità. Era il momento degli scandali vinicoli e così non sapendo come cercare l’eccellenza, in un mercato molto frazionato, si era convinti che acquistare ad un prezzo elevato fosse una garanzia. C’era confusione sia nel cliente sia nel produttore. Da un paio d’anni il consumatore è cambiato, molto più consapevole, e si è accorto che non è detto che a un prezzo elevato corrisponda sempre una qualità di pari livello. Oggi viene premiata l’azienda che meglio lavora. Il messaggio ormai è chiaro. Oltre alla crisi economica in sottofondo si avvertiva un certo disagio del consumatore. I consumi importanti si fanno su vini di fascia di prezzo medio, con equilibrio”.

Adesso lo slogan vincente è bere bene a costi giusti: un concetto già presente nei prodotti da scaffale medio mentre nella gamma alta ci si è illusi che questo rapporto prezzo-qualità non fosse così assolutamente indispensabile. La nuova competizione è oggi proprio nel segmento alto. Nell’impennata dei prezzi quale responsabilità ha il passaggio lira-euro?
“Sono convinto che con l’euro c’è stata una distorsione nella capacità di calcolo da parte del consumatore”. E Zonin, infine, mette in guardia da un rischio: attenzione al fenomeno inverso: “La ricerca troppo esasperata del prezzo basso potrebbe innescare fenomeni di cattiva qualità e sofisticazione”. (arretrato de "La Nazione, IL Giorno, Il Resto del Carlino" del 21 febbraio 2004)

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