02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Vinitaly - Il Salone celebra i suoi 40 anni. E traccia il profilo del bere. L'Illuminato e il Professorino. Così fa tendenza il vino d'autore ... Questione di stile. E di gusto. Tra un vino d’autore e l’altro ‘facciamoci del bene’ bevendo bottiglie da collezione, in grado di fare tendenza e di anticipare i tempi del mercato. Vinitaly celebra i suoi quarant’anni con un raffinato momento di degustazione, organizzato in collaborazione con la casa d’aste londinese Sotheby's. L'iniziativa, che si rivolge ad un pubblico selezionato di professionisti del comparto, giornalisti e grandi collezionisti, nasce su iniziativa di Serena Sutcliffe, responsabile vini di Sotheby's. Che per l’Italia ha chiamato un poker di cantine prestigiose: l’umbro Marco Caprai, l’autore del rilancio del Sagrantino di Montefalco, Angelo Gaja, le roi di Barolo e Barbaresco, Piero Antinori, la grande griffe toscana, e Incisa della Rocchetta, ovvero il mito “Sassicaia” per l'Italia. Bottiglie da decine, anzi da centinaia di euro inaccessibili ai più, ma che funzionano da traino per i terroir d’elezione dell’Italia del vino e per tutte le cantine che producono qualità senza finire nell’agenda di Sotheby’s. E comunque…”Le grandi bottiglie spaventano per i loro prezzi stellari, ma sono veramente pochi coloro che non possono spendere 5 o 10 euro per togliersi una curiosità, assaggiando questi vini al bicchiere”, spiega Lodovico Antinori, produttore di vini-mito come Masseto e Ornellaia e oggi di nuovo in pista nella Tenuta Campo di Sasso. “Servire vini al bicchiere, anche e forse soprattutto i grandi, sdogana queste bottiglie così importanti e attualmente penalizzate dalla crisi di mercato, mettendole di nuovo concretamente in gioco”. Così si risolve il ‘vorrei ma non posso’ per quanti vogliono mettere il naso su un calice di Sassicaia che al ristorante viaggia dai 200 euro alla bottiglia in su.

Ma chi sono i ‘wine-addicted’, gli schiavi del bere bene a tutti i costi? “Non esiste un profilo unico, ma diverse tipologie”, spiega Alessandro Regoli, direttore e fondatore di Winenews.it, sito notissimo agli eno-appassionati.
Sono sette i consumatori-tipo. L’Illuminato, al vertice della classifica, colui che dopo aver frequentato guide e degustazioni, vola ormai alto al di sopra delle sentenze degli esperti. Ama acquistare le bottiglie direttamente dai produttori e conserva le grandi annate almeno per dieci anni prima di berle…dimenticandosi però di non essere immortale. Poi c’è il Professorino. Conosce a memoria le votazioni delle guide, enumerando con sicurezza bicchieri e grappoli, si riempie la bocca di nomi altisonanti, spende cifre folli nell’acquisto di grandi bottiglie. Terzo, il Principiante. Si è avvicinato da poco al mondo del vino, si finge esperto con chi ne sa meno di lui ma ammutolisce di fronte ai più introdotti sull’argomento. Poi il Modaiolo, che studia da esperto. Ma resta in superficie, acquista gadget ad effetto, investe un patrimonio in bottiglie griffate e osannate dalle guide. Quinto, il Salutista che non fuma e non beve superalcolici, ma non disdegna un buon bicchiere di vino ‘perché fa bene’. Sceglie esclusivamente vini biologici o biodinamici. Infine il Consumatore consapevole e quello indifferente. Il primo compra le bottiglie al supermercato, si affida al marchio conosciuto, senza ovviamente spendere un capitale. Il secondo invece il vino l’ha sempre bevuto, ben prima che andasse così tanto di moda, e continua a berlo indifferente a quello che gli succede intorno. Uno che il vino spesso se lo imbottiglia in casa la domenica pomeriggio. Tendenza oggi in rialzo anche tra persone di ceto medio-alto, un po’ per risparmiare un po’ per passatempo. Dal vino-mito al vino fai-da-te: che stia nascendo un nuovo consumatore?

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024