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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

La qualità in bottiglia? Questione di etichetta ... Sul vino si sono scritti fiumi di parole riguardanti qualità, sapore, profumo. Molto si è letto anche sulle sue proprietà salutari: quello rosso fa bene se assunto in quantità. Proprio come avviene per i farmaci, occorre attenersi alla posologia, altrimenti gli effetti possono essere devastanti. La ricerca sulle qualità salutari dell’alcol è cominciata intorno agli anni ‘80, quando uno studio epidemiologico sull’alimentazione mise in evidenza quello che poi è stato soprannominato il paradosso francese: i francesi, che a causa della loro gastronomia avrebbero dovuto avere tassi di colesterolo ed acidi grassi superiori alla norma, mostravano invece un tasso di mortalità per patologie vascolari molto più basso rispetto alle statistiche di altri Paesi. Ciò era dovuto ad un consumo di alcol durante i pasti (soprattutto vino rosso) che riduceva drasticamente il rischio. Le qualità del vino provengono da una sostanza chimica, il resveratrolo, presente anche nella frutta, negli ortaggi e nel tè, che oltre ad avere proprietà antiossidanti, ha la caratteristica di rendere più fluido il sangue ed aumentare il colesterolo ‘buono’, inibendo la formazione di eventuali trombi. Gli studi hanno anche scoperto che il vino rosso fa abbassare la pressione arteriosa, riducendo i rischi di diverse patologie cardiache. Ma come si fa a sapere se il vino che acquistiamo è veramente buono? Prima di tutto occorre leggere l’etichetta, dove, oltre ad altre indicazioni obbligatorie per legge, ci deve essere una di queste quattro diciture: Vino da tavola; Igt (Indicazione geografica tipica) in cui c’è il riferimento alla zona di provenienza dell’uva utilizzata per la produzione di quel vino; Doc (Denominazione di origine controllata) il che significa che la bottiglia è stata prodotta in una zona che ha seguito tutto il disciplinare di produzione secondo le leggi; infine Docg (Denominazione di origine controllata e garantita) secondo cui oltre a regole più severe, le bottiglie sono numerate. Una volta stappata la bottiglia, si deve versare il vino in un calice ampio, facendolo gi rare. Il vino buono è limpido, se è giovane avrà riflessi essi violacei; poi viene l’olfatto, se il vino è buono sentirete un profumo intenso e piacevole. Infine sorseggiatelo e mantenetelo in bocca per poterne gustare la corposità e la persistenza. Di certo vi sono vini che hanno un ottimo rapporto qualità-prezzo: quello con performance olfattive e gustative importanti solitamente è un po’ più costoso. Bisogna anche saper accostare il vino ai pasti che consumiamo in quel momento dato che le proprietà si esaltano proprio con la cucina e le pietanze.
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