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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

“La risposta alla crisi? Puntare tutto sulla qualità” ... Giancarlo Aneri, un impero enologico con capitale a Verona, spiega la sua ricetta per stare sul mercato... I suoi vini stanno sulle carte dei migliori ristoranti del mondo. Il suo cognome è diventato un brand che marchia solo bottiglie di livello (e di gran prezzo). Giancarlo Aneri, nel vino da 30 anni, ma solo dal ‘92 in proprio, ha costruito un piccolo impero enologico che ha come capitale Verona e come territorio-base il Veneto, ma che si estende all’Alto Adige e scende anche in Toscana. Delle 350.000 bottiglie che produce, 280mila sono di Prosecco (“il mio primo vino, quello che mi ha lanciato, quello con cui brindarono sia Ciampi, quando divenne presidente della Repubblica, sia Napolitano”).
Poi l’Amarone “Stella” (dal nome della figlia) finito sulla tavola dei 25 capi di Stato per la firma della Costituzione europea. Infine l’ultimo nato, il Pinot nero “Ale” (nome del figlio), vitigno difficile e raffinato, 18mila bottiglie già prenotate. Il marchio Aneri è presente anche in Toscana con il Chianti “Le Reniere”, dal nome di una sua tenuta senese.
Qual è la formula vincente per chi produce vino di qualità? “Non avere paura e essere ambiziosi. Essere convinti del proprio talento e guardare al mondo. I miei vini li ho venduti prima a New York che a Milano. Al Four Seasons di Park Avenue il vino italiano più caro in carta è il mio Amarone, che però ha un prezzo competitivo in rapporto coi chateaux francesi”. Come si diventa fornitori ufficiali del Quirinale o di Palazzo Chigi? “Coraggio e tenacia. Grande qualità, vini di personalità e territorio. E proporre sempre il meglio.” A un giovane direbbe di fare il vigneron? “E perché no? E’ il più bel mestiere del mondo. Poi il marchio Italia è un asso vincente in enogastronomia. E i ristoranti italiani all’estero sono i nostri migliori ambasciatori”. Quindi i suoi figli... “Sono già in azienda, mio figlio Alessandro è amministratore delegato. Hanno l’obbligo morale di continuare”.

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