02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Ferrari infesta ... Una riserva speciale in nome di Lunelli... Ferrari? La “formula uno” delle bollicine! Un nome, Ferrari. Un destino, il successo. Si tratti della Ferrari di Maranello. Piuttosto che della Ferrari di Trento. Il risultato non cambia. Eccellenza. La “rossa” ci ha regalato domenica scorsa l’ennesima grande emozione? L’ultima, straordinaria, impresa di Michael Schumacher? L’“aurea” - possiamo battezzarla così, visto che la sua fama è legata alla sua formidabile produzione spumantistica? - per non essere da meno, ha presentato in questi giorni l’ennesima, superba, creatura. La Riserva Bruno Lunelli. Quella che i titolari della maison trentina definiscono “un atto d’amore e di riconoscenza” a Bruno Lunelli, il grande imprenditore nato cento anni fa, e rivelatosi poi figura fondamentale nella storia della Ferrari.
Gli esordi della cantina risalgono al 1902. In quell’anno Giulio Ferrari produce a Trento, a quell’epoca parte dell’impero austro ungarico, le prime 600 bottiglie di “Champagne” (allora si poteva denominare così) “Giulio Ferrari secco”. Nel 1952, Bruno Lunelli, già Lunelli, già proprietario di una bottiglieria in quel di Trento, con trenta milioni di vecchie e care lire, rileva l’azienda. La produzione è di 8800 bottiglie. Bruno Lunelli accetta di indebitarsi fino al collo per fare sua quella piccola realtà produttiva, perché ne ha compreso le straordinarie potenzialità. Il tempo gli darà ragione. Se nel 1952, Ferrari è sinonimo di nemmeno novemila bottiglie l’anno, oggi la cantina si racconta con 4,5 milioni di bottiglie. Una produzione che fa della Ferrari la leader in Italia e che la consacra come produttrice delle bollicine “mito” degli ultimi quarant’anni, come sancito dal sondaggio indetto da Vinitaly.
Oggi, come 104 anni fa, Ferrari rimane espressione di una filosofia di eccellenza che si propone di esaltare la vocazione del Trentino per la produzione di metodo classico, nascendo soltanto da uve di alta collina, coltivate in vigneti di proprietà o sotto il controllo dei propri tecnici. Trentino, raffinato intenditore di vini con grande fiuto del mercato, Bruno Lunelli uscì di scena spontaneamente nel 1969, lasciando ogni responsabilità ai tre figli che lo avevano affiancato in cantina, Franco, Gino e Mauro. Morì pochi anni dopo, nel 1973.
Ora, nella ricorrenza del centenario della nascita, i figli e i nipoti (Marcello, Matteo e Camilla, nel frattempo subentrati alla guida dell’azienda), hanno voluto rendergli omaggio con una bottiglia che sappia dire della loro gratitudine: “È un modo di ricordarlo che, ne siamo certi, gli sarebbe piaciuto. Era il 1995 - dice Marcello Lunelli - e fin dalla maturazione dei primi grappoli è stato chiaro che ci trovavamo di fronte a una delle più belle vendemmie del Novecento, di quelle capaci di esprimersi al meglio con un lunghissimo invecchiamento”. Ecco quindi la selezione delle migliori partite di chardonnay dei vigneti di famiglia, l’imbottigliamento nella speciale bottiglia, l’attesa di undici anni, per creare una Riserva che ha tutte le caratteristiche dell’eccezionalità. Una creazione di sole tremilaseicento bottiglie. Pochi, quindi, i fortunati che potranno godersi questa chicca. “Consolarsi”, comunque, non sarà difficile. Chi vorrà potrà rifarsi ricorrendo al Giulio Ferrari Riserva del Fondatore. E il fiore all’occhiello della produzione della cantina trentina, ed è spumante che ha pochi rivali al mondo.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024