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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Guala da conquistare ... Troppo spesso, ed in molti casi ingiustamente, le matricole riscontrano grande euforia e successo durante i primi giorni di quotazione, per poi cadere nel classico dimenticatoio. Da un lato è vero che talvolta si tratta di società che operano in settori di nicchia, classate in investitori istituzionali e con flottante limitato; ma il caso di Guala Closures, titolo approdato al listino esattamente un anno fa, merita un maggior approfondimento. Il marchio probabilmente non è tra i più noti al grande pubblico; fondato negli anni ‘50, è leader mondiale nella produzione di chiusure per bevande alcoliche, bibite e contenitori per olio, con un volume di lavoro diviso in due settori ben definiti: le “chiusure”, distinte in chiusure in alluminio e chiusure di sicurezza destinate a prodotti di tipo alimentare e farmaceutici; ed il classico “Pet” anch’esso per cibi, bevande e prodotti farmaceutici. Dopo una flessione nelle quotazioni che ha riportato i valori di mercato molto vicini ai prezzi dell’Ipo, i risultati del semestre e le indicazioni per il 2007 hanno rigenerato un certo interesse negli investitori, e le prospettive sono tali da lasciare ancora buoni margini di upside. Nei primi sei mesi del 2006 il gruppo ha dovuto sopportare un significativo incremento dei costi delle materie prime (in particolare l’alluminio), dei costi energetici e dei costi inerenti ai trasporti; malgrado ciò, a fronte di un fatturato pari a 120 milioni di euro, in crescita di quasi il 4%, Guala Closures ha realizzato un utile netto vicino ai 7 milioni di euro, valore ancor più importante se confrontato ad una perdita di oltre i milione di euro nel pari periodo dell’esercizio precedente.
Il trend positivo dovrebbe essere confermato, se non migliorato, nel secondo semestre anche in virtù di due nuove iniziative che ancora non hanno portato alcun beneficio nei conti aziendali. La prima riguarda l’apertura in Nuova Zelanda di un nuovo stabilimento dedicato alla produzione di chiusure in alluminio per il vino, un segmento produttivo in forte espansione in tutti i mercati dell’Oriente. La seconda è un importante accordo di fornitura con una multinazionale britannica nel settore delle bevande alcoliche, la Diageo, che al di là dell’incremento di fatturato permetterà di rafforzare una leadership già consolidata in tutto il far East. Per quanto il settore in cui opera Guala Closures sia considerato di nicchia e, come detto, il brand non particolarmente conosciuto, non si può certo dire che si tratti di una società microscopica: agli attuali prezzi di mercato di circa 4,55 euro per azione il gruppo capitalizza circa 310 milioni di euro e vanta scambi medi giornalieri per un controvalore di circa due milioni di euro. Ma la particolarità di Guala Closures, per la quale si può concretizzare interesse anche tra fondi e gestori professionali, è la mancanza di una forte governance azionaria, che la rende di fatto scalabile e contendibile. Allo stato attuale esiste infatti una pluralità di soci con partecipazioni rilevanti di cui nessuno ha più del 10% del capitale e che complessivamente non raggiungono comunque il 50% dell’intero capitale; una situazione di debolezza societaria che potrebbe invece essere una ottima opportunità per chiunque volesse entrare nel business, a prezzi interessanti e senza dover neppure rischiare di dover pagare un premio di maggioranza. Al di là dei target indicati dalle società di brokeraggio che coprono il titolo, tutti al di sopra dei 5 euro per azione, Guala Closures presenta quindi anche quell’appeal speculativo tale da renderla attraente sia per un oggettivo sconto sul suo fair value che sulle possibili aspettative di ingresso di nuovi soci nel capitale.
(arretrato de La Nazione/Giorno/Carlino del 12 novembre 2006)

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