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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Enogastronomia, all’Italia il titolo iridato ... L’Italia è campione del mondo e non parliamo solo di calcio. Il titolo iridato si può infatti estendere facilmente anche al comparto enogastronomico. Questo è tempo di bilanci: possiamo sostenere che il 2006 è stato un anno record per il comparto enologico di casa nostra assai apprezzato, secondo una recente statistica, negli Stati Uniti. In questi ultimi mesi le esportazioni verso gli Usa sono aumentate del 7,6 per cento ed ora, secondo una stima della Coldiretti, si prospetta la concreta possibilità di raggiungere a fine anno, e per la prima volta, il valore di un miliardo di dollari, anche grazie all’effetto traino della vittoria dei Mondiali di calcio.
Il vino italiano in quantità copre da solo quasi un terzo del mercato dei vini stranieri negli Stati Uniti, seguito da vicino con il 30 per cento dall’Australia costretta a svendere il proprio vino con una politica di bassi prezzi e con il 14 per cento dalla Francia, che dopo anni di difficoltà è riuscita a invertire la tendenza negativa. Dati provvisori, dirà qualcuno. Certo, ma osservando quelli definitivi relativi al 2005 emerge che la produzione nazionale di vino è stata di 53 milioni di ettolitri, con un fatturato di nove miliardi di euro che in vent’anni si è triplicato. L’Italia vanta un patrimonio di uve unico al mondo, con ben trecento varietà di vitigni su una superficie vitata di 730mila ettari.
E’ una ricchezza che non ha eguali, se pensiamo che la Francia ha poco più di quaranta varietà, la Spagna una ventina e l’Austria quindici. L’Italia è il primo esportatore mondiale per quantità di vino e di mosti, con il 18 per cento del fatturato globale: il valore delle esportazioni è di 2,8 miliardi di euro.
Italia, Francia e Spagna mantengono oltre il 50 per cento della produzione mondiale.

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