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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Vini casual e classici. Vince la tradizione ... Le tavole pasquali sono l’immagine della rinascita e del ritorno alla vita: agnello, colomba, verdure e uova incarnano la speranza nel futuro, con un grande auspicio di fecondità. Troviamo le uova soprattutto negli antipasti; la simbologia viene rispettata sino alla fine, con quelle di cioccolato. Il sacrificio di Gesù viene rappresentato dall’agnello e le 33 sfoglie della torta Pasqualino ricordano gli anni del Signore.
La Colomba è il dolce più mangiato in Veneto e Lombardia, se invece andiamo nelle regioni adriatiche è l’agnello di marzapane a farla da padrone. Una tendenza emersa nel corso dell’ultima edizione di Vinitaly è quella di riscoprire, nel corso delle festività pasquali, il cosiddetto “vino quotidiano”, soprannominato “casual” che non è affatto sinonimo di qualità inferiore: ecco allora che i nostri enonauti nel corso delle gite pasquali possono rivolgersi a rossi saporiti e vivaci come il piemontese Verduno Pelaverga oppure la Schiava e il Lagrein del Trentino e dell’Alto Adige; tra i bianchi spazio al Vermentino di Luni o a quello maremmano, al Grechetto, al Grillo d’Inzolia.
In questo piccolo elenco non mancano i rosati pugliesi, sempre puntuali sulle tavole con l’arrivo dei primi caldi. E gli abbinamenti “classici”? Con l’agnello va un Brunello di Montalcino, un Barolo, un Barbaresco, un Chianti, un Vino Nobile di Montepulciano oppure un Aglianico del Vulture della Basilicata, regione emergente per qualità. Infine alla Colomba si abbino bene il Muscat blanc flètri, un vino da meditazione che va anche a braccetto con dolci di cioccolato. Se invece volete grande emozioni è da provare un moscato a bacca rossa trentino e altoatesino, il Rosenmusmukateller. E’ da provare con i dolci di Pasqua.

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