02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Il signor Motor Show lascia ai francesi? ... Cazzola sarebbe pronto a cedere le attività fieristiche. Contatti con un big d’Oltralpe... Alfredo Cazzola, l’imprenditore fieristico bolognese che tra le varie attività nel settore è il patron del Motor Show, il Salone italiano dell’automobile, avrebbe deciso di vendere tutte le sue partecipazioni fieristiche. La voce circolava da alcuni mesi negli ambienti finanziari bolognesi e non solo, mentre per altri si tratterebbe del classico fulmine a ciel sereno. Anche gli ambienti fieristici italiani da qualche tempo erano in fibrillazione per il rincorrersi delle voci che, se confermate, potrebbero alterare alcuni equilibri de1 sistema espositivo nazionale.
Una cosa è certa. Oggi Cazzola (che si è trincerato dietro un secco “no comment”) volerà da Bologna a Lione dove ha sede il quartier generale del possibile compratore: la GL Events, uno dei colossi nel settore dell’organizzazione di fiere ed eventi che dal 2005 controlla la maggioranza della fiera di Padova. Nella sua trasferta a Lione Cazzola sarà accompagnato dal commercialista di fiducia, Matteo Tamburini dello studio Piero Gnudi di Bologna, molto vicino ai Palazzi del potere. A questo punto si aprono due possibili scenari: Cazzola decide di vendere tutte le partecipazioni, oppure vuole sostituire all’interno di Promotor International (la società creata nel 1981 per l’organizzazione e gestione di eventi) il socio Interbanca che detiene il 20% dal 2000, quando era in vista lo sbarco a Piazza Affari, mai realizzato. Allora i rapporti di Cazzola erano con l’ex ad di Interbanca, Giorgio Cina.
Secondo alcune fonti Cazzola potrebbe chiedere a Gl events di rilevare la partecipazione di Interbanca, trasformando la Promotor da partner finanziario a industriale.
E se, invece, decidesse di vendere tutto? Alcuni ambienti bolognesi giudicano questa opzione come la possibile, indiretta conferma, di una candidatura a sindaco di Cazzola per le amministrative del 2009 del capoluogo emiliano. Comunque non è un mistero che il patron del Motor Show e Olivier Ginon, azionista di maggioranza di GL events, si parlino da tempo. Addirittura l’accordo era dato per certo già la settimana scorsa. Ma qual è l’impero di Alfredo Cazzola? Il 57enne imprenditore bolognese nel 1981 rileva il Motor Show portandolo a livelli di evento globale dei motori con una quota di visitatori sempre superiore al milione all’anno, e dalla scorsa edizione l’evento è diventato il salone italiano dell’automobile, inserito nel calendario dell’Oica (Organizzazione internazionale dei costruttori di automobili). Ma i suoi interessi si allargano e diventa proprietario del Lingotto di Torino, organizzatore dello Smau di Milano, azionista di BolognaFiere con il 4,26% e vicepresidente della fiera di Rimini (con un a partecipazione superiore al 4%) dove organizza rassegne espositive, come del resto a Torino. È chiaro che l’eventuale vendita ai francesi delle partecipazioni fieristiche e delle rassegne da parte di Cazzola muterebbe la geografia e i “pesi” dei centri fieristici italiani.
Difficile, invece, pensare a un trasferimento a Padova fiere del Motor Show, perché non ci sono strutture adeguate.
I rumors sulla possibile dismissione di Cazzola hanno innescato non pochi commenti. “A me non risulta - dice l’ad di BolognaFiere, Michele Porcelli -. Per la verità ho sentito le prime voci sabato: comunque il problema di perdere il Motor Show non si pone perché il marchio è di nostra proprietà e il contratto con Promotor va ben oltre il 2010”. Secondo l’onorevole Gianluca Galletti (Udc) “è giusto che un imprenditore come Cazzola faccia gli interessi delle sue imprese. La politica deve stare fuori dalle scelte imprenditoriali. E’ indubbio che Cazzola è un valore aggiunto per la fiera di Bologna e non solo per il Motor Show che, se emigrasse, sarebbe una batosta per l’economia bolognese. Mi dispiacerebbe che la scelta di Cazzola dipendesse da una non condivisione di scelte strategiche per la fiera”. “Se tutto ciò è vero - aggiunge l’esponente di una categoria socia di BolognaFiere -, e le voci giravano già da mesi, si pongono problemi di seria riflessione tra i soci della fiera. Sarebbe la prima modifica sostanziale al patto che aveva fatto crescere la fiera e imporrebbe una seria riflessione fra i soci”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024