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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

“La mia tavola preferita è italiana” ... Lo chef Paul Bocuse. Omaggio dei ristoratori in Franciacorta con una serata speciale...
Numerosi gli chef di talento che fanno grande la cucina francese. È il caso di celebrità come Alain Ducasse, Marc Veyrat, Michel Troigros. Il personaggio che, tuttavia, più di ogni altro, incarna il mito dell’eccellenza gastronomica d’Oltralpe, è Paul Bocuse. L’“imperatore”. Il suo carisma e la sua fama sono tali, da far sembrare persino poca cosa, la gloria di Ferran Adrià, oggi considerato la star dei fornelli mondiali. La sua storia? Nato a Lione nel 1926 da una famiglia di ristoratori, nel 1944 si arruola nella Resistenza e viene ferito in Alsazia. Al termine della guerra, fa gavetta di cucina a Parigi e Vienna. Nel 1961 ritorna la locale dei genitori.
Dopo quattro anni è già successo. Nel 1965 la Guida Michelin gli assegna le prestigiose tre stelle. Sposato, due figli, è considerato il padre della nouvelle cuisine, di cui, oggi, dice: “Ha portato molta esteriorità, poca sostanza”.
La tavola della sua predilezione? Non è francese. “Vorrei avere il “Pescatore” di Canneto sull’Oglio, non c’è ristorante migliore in tutto il pianeta”. Così, qualche anno fa, dopo averci mangiato per cinque giorni di fila. Severo nei confronti delle guide e del giornalismo gastronomico, nel 1985, ha dedicato parole lusinghiere a un critico non francese: Edoardo Raspelli. In Italia per ritirare un premio, ad alcuni giornalisti che gli chiedevano un commento sul 15/20, che il noto conduttore di Mela Verde gli aveva assegnato, ha risposto: “Un voto che giudico più che positivo, anche perché Raspelli è critico serio e autorevole”. Nel 1975 è stato il primo chef francese a ricevere la “Legion d’honneur”.
Nel 1989 è stato eletto “cuoco del secolo” da Gault e Millau. Nel 1991 è stato il primo cuoco ad entrare nel Musée Grevin delle cere. Autore di volumi di cucina diventati best seller in tutto il mondo, nel 1990 ha fondato a Ecully una scuola di arti culinarie.
Di recente ha affermato: “Esiste una sola cucina: la buona cucina”. Già. Quella buona cucina, con cui, i suoi allievi, nei giorni scorsi, accettando un invito de Le Soste, associazione di cui fan parte chef e ristoratori top del nostro paese, nella suggestiva cornice di Cà del Bosco, cantina simbolo della Franciacorta, hanno festeggiato il suo 81° compleanno.
“Bocuse - ha detto Antonio Santini - ha fatto uscire i cuochi dalla cucina”. Nessuno più di Bocuse ha contribuito a dare dignità al mestiere del cuoco.
In tavola? Una sequenza di leccornie mozzafiato. Al termine della serata, Ezio Santin, presidente de Le soste, e Maurizio Zanella, patron di Cà del Bosco, hanno consegnato a Paul Bocuse un assegno di diecimila euro per una borsa di studio per la sua scuola di arti culinarie e una giacca da chef con le firme dei ristoratori presenti.

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