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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Meno vino: più caro, ma più buono ... Vendemmia anticipata, il clima pazzo ha bruciato il 13% della produzione... Meno quantità, ma buona qualità caratterizzeranno la vendemmia 2007, mentre i prezzi all’ingrosso del vino subiranno aumenti fino al 20%. Sono queste le prime stime di Assoenologi, l’Associazione enologi enotecnici italiani secondo la quale, a fronte di un calo produttivo del 13% che si traduce in una produzione di 43 milioni e 200mila ettolitri di vino (lo scorso anno furono 49 milioni 631mila), l’annata 2007 presenta una qualità eterogenea.
“Siamo di fronte a una vendemmia molto anticipata e scarsa - spiega Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi -; per trovarne una inferiore a quella attuale bisogna infatti risalire al 1957, questo a causa delle condizioni climatiche e meteoriche”. La qualità, secondo Assoenologi, si presenta eterogenea a causa dell’andamento climatico che ha caratterizzato il ciclo vegetativo, ed è interessante per le varietà precoci, che d’altra parte sono ormai tutte vinificate.
Per le altre tipologie le previsioni sono più che buone, con molte punte di ottimo e con alcune di eccellenza, “se il decorso delle prossime settimane - aggiunge Martelli - non tradirà le aspettative; del resto, l’inverno 2006/2007 è stato fra i più miti e meno piovosi degli ultimi decenni, il mese di aprile il più caldo degli ultimi 50 anni, mentre quello di luglio, in particolar modo nel Centro Sud, il più afoso degli ultimi cinque lustri. Agosto ha fatto registrare temperature torride al Sud e nella media al Nord, con alcune precipitazioni che sono state alquanto benefiche per la vite”.
La quantità, in calo rispetto al 2006, è legata anche al fatto che la vendemmia 2007 sarà ricordata come una delle più anticipate degli ultimi 70 anni: le operazioni di raccolta, in alcune zone, sono iniziate nella prima decade di agosto, con un anticipo che va dai 10 ai 20 giorni rispetto alla media pluriennale. Il decremento produttivo ha le sue massime punte nel Sud Italia, e in particolare in Sicilia, dove, in certe zone, si raggiungono punte anche di -50% rispetto allo scorso anno. Le contrattazioni delle uve e dei vini all’ingrosso saranno caratterizzate da generali incrementi con prezzi in rialzo, con punte di maggiore interesse per quei vini particolarmente richiesti dal mercato. Mediamente si registrano aumenti compresi tra il 5 e il 20% sia al Nord sia al Centro sia al Sud, con punte da capogiro per alcuni prodotti come il Prosecco, che per alcune partite fa registrare picchi del 100% rispetto alle quotazioni dello stesso periodo dello scorso anno.
Nell’Oltrepò Pavese, per Moscato e Pinot Grigio si parla di almeno il 25% in più rispetto allo scorso anno. In Veneto Occidentale la forbice degli aumenti va dal 10 al 30% a seconda delle tipologie. Nelle Marche, nel Lazio e in Puglia, mediamente la lievitazione dei prezzi all’ingrosso supera il 10%.
Reazioni comunque favorevoli per alcuni produttori. A nome dei viticoltori della Valle d’Aosta, l’ assessore regionale, Giuseppe Isabellon, ritiene che l’agricoltura di montagna sia importante per la salvaguardia del territorio, ma anche da un punto di vista turistico; mentre Lamberto Frescobaldi, importante e noto produttore toscano, afferma che i vini della regione saranno “di grande struttura ed eleganza”.

Trentino e Sardegna in difesa Sicilia la più colpita … Ecco le previsioni di Assoenologi, per regione, sulla produzione vitivinicola 2007, in ettolitri, valide fino a metà di ottobre con la comparazione percentuale rispetto al 2006. Piemonte 2.910.000, -10%; Lombardia 980.000, -10%; Trentino Alto Adige 1.160.000, uguale; Veneto 6.850.000, -5%; Friuli Venezia Giulia 1.120.000, +10%; Emilia Romagna 6.430.000, -5%; Toscana 2.680.000, -10%; Marche 930.000, -15%; Lazio 2.090.000, -10%;
Abruzzo 2.590.000, -20%; Campania 1.820.000, -10%; Puglia 5.920.000, -20%; Sicilia 4.890.000, -30%; Sardegna 860.000, uguale; altre 1.970.000, -15%.

Le denominazioni premiano e l’export tirerà ancora ... Ben il 60% della produzione vinicola potrà essere commercializzata sotto una delle 484 denominazioni di origine (Docg, Doc e Igt) riconosciute in Italia. Lo afferma la Coldiretti. Si tratta di una produzione realizzata per quasi i due terzi - precisa - in Veneto, Puglia, Emilia Romagna e Sicilia, per la quale ci sarà un equilibrio tra vini rossi o rosati e bianchi, con una leggera prevalenza dei primi. Per l’Italia si tratta di una componente rilevante dell’economia: lo scorso anno il nostro vino ha sviluppato un fatturato record di 9 miliardi di euro, 3,2 dei quali attraverso l’export; i mercati più forti sono Stati Uniti e Germania.

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