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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Ambasciatori del buon gusto ... Giro del mondo per promuovere l’enogastronomia made in Italy… È partita da Milano la prima tappa che porta in giro per il mondo la cultura del cibo e del vino secondo un nutrito programma elaborato dall’Associazione mondiale dei sommelier. Non solo cibo e vino made in Italy ma anche l’eccellenza degli altri Paesi. Ed in questo modo, spiega Terenzio Medri, il romagnolo di Cervia che è anche il primo presidente dell’Associazione mondiale dei sommelier nata solo nel marzo di quest’anno, “la cultura del cibo e del vino entra nel cuore della gente e diventa formazione, civiltà e conoscenza”. Trasformando di fatto i sommelier in “ambasciatori del buon gusto”.
Un programma nutrito e ambizioso quello elaborato dal comitato direttivo dell’associazione che ha un americano (Andrew Bel) ed uno spagnolo (Juan Munoz) come vicepresidenti. Dopo Milano, sarà la volta di New York il 28-29 novembre con cento delle migliori aziende italiane, poi di Londra il 30 gennaio con la nomina del migliore sommelier europeo, quindi di Roma il 4 maggio con l’elezione del primo sommelier mondiale. Ma anche Bruxelles, Los Angeles, Barcellona, Lussemburgo, Madrid, Monaco, Oslo, Berlino, Stoccolma, Santo Domingo, Stoccarda e Tokyo. L’obiettivo del progetto, spiega ancora Medri, “è di valorizzare ogni produzione vinicola nazionale, spesso mortificata da lacune di preparazione e professionalità da parte delle associazioni di comunicazione impegnate nel settore”. Anche il vino italiano è stato mortificato da questa mancanza di professionalità. Ma come reagire? Organizzando grandi eventi attraverso i quali, chiarisce Medri, “proporre all’estero le etichette più rappresentative delle splendide realtà vitivinicole nazionali”. E poi realizzando corsi di qualificazione professionale per sommelier con libri di testo in inglese. “Vogliamo salvaguardare, dice Medri, le opere d’arte che stanno nelle bottiglie”. L’associazione mondiale dei sommelier non si occupa comunque solo di vino ma anche di agroalimentare. Dell’olio, ad esempio, impegnandosi per la diffusione della conoscenza dei migliori prodotti tipici di tutti i Paesi del mondo.
Ed è un iniziativa che ha portato l’associazione, che è un’associazione di associazioni, ad avere già ottantamila tesserati. Tra gli aderenti anche “Buonitalia”, la società del ministero dell’agricoltura incaricata di promuovere il meglio del cibo made in Italy ed il cui direttore generale, Giorgio Setta, è entrato nel direttivo della neonata associazione di sommelier. Al primo evento che inaugura ufficialmente la partenza dell’associazione mondiale, quello di Milano, trentasei i vini presentati alla degustazione di un migliaio di persone al Principe di Savoia: nove francesi, due australiani, due californiani, due spagnoli, uno israeliano, due cileni, un argentino, due tedeschi, due sudafricani, uno della Nuova Zelanda, uno ungherese e undici italiani. Esattamente due del Piemonte (Clerico e Gaja), due toscani (Fontodi e Castello del Terriccio), un trentino (Ferrari), un siciliano (Palari), un friulano (Picéch), un sardo (Cantina Santadì), un campano (Furore-Marisa Cuomo), due lombardi (Bellavista e Ca’ del Bosco).

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