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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Luca Maroni, il Rinascimento del vino ... “Quanti ganci fra il vino e la storia, la cultura, la religione e l’umanità”, scrive Luca Maroni, analista sensoriale e degustatore professionista nella presentazione di “Amare il vino - arte, natura, tecnica, estetica”, scritto con Sergio Valzania, direttore dei programmi radiofonici Rai e tra pochissimi giorni in libreria. A metà tra il saggio e il romanzo, il libro è una vera miniera di informazioni, consigli, cenni storici e letterari su questa bevanda così radicata al territorio e all’identità italiana. E l’incontro tra l’esperto e l’appassionato “desacralizza” molti luoghi comuni.
“Il vino buono - afferma Valzania - si riconosce anche se bevuto in un bicchiere di plastica e non è mai lecito dire ad un consumatore che se non apprezza un vino la colpa è sua. Questo non significa che non si debbano amare i sapori della propria tradizione, che le trasformazioni indotte dall’invecchiamento nel vino o qualche difettuccio, che sa di antico, non si possano apprezzare. L’importante è riconoscerli e collocarli nella propria esperienza esistenziale”. Uno degli aspetti più rilevanti - sottolinea Maroni - è quello “che è avvenuto nel campo della sua produzione negli ultimi anni, nel corso dei quali le trasformazioni culturali, tecniche ed estetiche sono state tali da poter parlare di un vero e proprio Rinascimento enologico italiano e da portare la nostra produzione all’apice della qualità mondiale”.
Un “rinascimento” che è riuscito a far dimenticare uno dei capitoli più bui: lo scandalo del metanolo che oltre 20 anni fa fece 19 vittime e decine di intossicati, compromettendo drammaticamente l’immagine dell’Italia e mettendo in ginocchio un intero settore produttivo. Oggi, il vino italiano domina le classifiche internazionali e registra fatturati da record. Tanto che, negli Stati Uniti, l’export 2007 potrebbe attestarsi ad una cifra superiore a 1,2 miliardi di dollari. La quota di mercato dei nostri vini negli States supera infatti il 30% ed è destinata a crescere grazie al traino degli spumanti. E per nove aziende vitivinicole italiane su dieci, nel 2008 ci sarà una crescita di fatturato stimata tra il 5 e il 15% e un parallelo aumento dell’export del 10-15%. “Il rinascimento enologico compiutosi a partire dal Duemila - spiega Maroni - ha come pietra angolare l’innovazione applicata però ad un modo di relazionarsi alla terra che è storia e tradizione rurale dell’Italia. L’innovazione ha consistito nel miglioramento delle qualità organolettiche del frutto e nel miglioramento delle tecniche di trasformazione. Se pensiamo che il maggior vantaggio il vino italiano del Sud lo ha tratto dalla “rigoria”, ovvero dalla possibilità di condizionare termicamente la temperatura di fermentazione, abbiamo chiaro un quadro di quanto la tecnica sia strumento per l’ottenimento di vini eccezionali.
Grazie alle tecniche maturate nel comparto viticolo-enologico oggi si hanno dei capitolati, delle tecniche di trasformazione che consentono l’ottenimento di un’uva fittissima, profumatissima, integra e la trasformazione delle caratteristiche organolettiche della materia prima senza alterazione alcuna nel vino”.
L’Italia, con circa 50 milioni di ettolitri di produzione annua, è in continua competizione con la Francia per il primato mondiale. Qualche soddisfazione ce la siamo già tolta, avendo superato i francesi sul mercato statunitense, ma un altro vantaggio è che il vino, assieme all’agroalimentare, è l’unico fra i prodotti del “made in Italy” che induce il consumatore, soprattutto straniero, a visitare il luogo di produzione. L’Italia vanta 3 milioni e mezzo di “eno-turisti” per un fatturato di circa 2 miliardi e mezzo di euro. Conferma soddisfatto Luca Maroni: “Se assaggio un grande vino italiano in una tavola in Canada, dico: “Io devo andare a visitare il territorio dove questo vino nasce”. Ecco perché il turismo enogastronomico vale oggi il 68% del turismo extra arte ed extra mare dell’Italia, quindi il vino è una risorsa straordinaria anche sotto questo punto di vista”.

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