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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Il concorso organizzato dall’associazione mondiale dei sommelier ... Vino: a Barcellona e Firenze i migliori “palati” d’Europa... Roger Viusà, un catalano di Barcellona, è il miglior sommelier d’Europa. Ha battuto al fotofinish Andrea Gori, toscano di Firenze classificatosi al secondo posto nel concorso organizzato dall’Associazione mondiale dei sommelier, presieduta dal romagnolo Terenzio Medri. La premiazione è avvenuta a Londra al termine di una giornata che ha visto, oltre la finale del concorso con una serie di prove impegnative, dall’abbinamento cibo-vino all’abilità pratica nel servizio, anche la degustazione a professionisti del vino e della ristorazione delle migliori etichette di trenta tra le aziende dell’eccellenza italiana.
“Una grande sfida”, sostiene Angelo Gaja, uno dei più importanti produttori vitivinicoli italiani. “Una sfida ma anche una provocazione”, aggiunge Medri. Già, una provocazione lanciata dal vino made in Italy proprio il giorno in cui a Londra viene festeggiato con un grande apparato promozionale il vino australiano. Fino a una quindicina d’anni fa il vino italiano era visto in Gran Bretagna come quello a prezzo piuttosto contenuto. Diciamo pure a basso prezzo.
Una immagine, afferma Gaja, “che a lungo ci siamo tenuti incollati addosso e che solo di recente stiamo provando a rimuovere”. L’Italia è sempre i! primo Paese che esporta vino ed ora quasi sempre vino di qualità, è anche il primo Paese al mondo ad avere il maggior numero di produttori, ben 33 mila. Nanismo? Un’accusa ricorrente ma respinta al mittente da Gaja: “La nostra forza sono proprio gli imprenditori”. Ma solo sette-ottomila fanno promozione all’estero con regolarità. Cosa manca allora? Mancano le aziende di grandi volumi e quindi non è facile raccogliere tanti produttori sotto un’unica bandiera. Insomma, si va alla guerra un po’troppo sparsi. Ecco allora la validità di iniziative come quella dell’Associazione mondiale dei sommelier. “Un aiuto straordinario”, riconosce Gaja. Un aiuto a favore di tutto l’agroalimentare in quanto il sommelier, afferma Terenzio Medri, “non è più solo un esperto di vino, ormai è un ambasciatore della cultura enogastronomica del nostro Paese”.
Delle trenta aziende italiane che hanno partecipato alla trasferta londinese cinque sono piemontesi (tra cui naturalmente Gaja con il Barbaresco), tre lombarde (tutte della Franciacorta: Bellavista, Berlucchi, La Montina), due venete, una trentina ed una dell’Alto Adige. Cinque le aziende della Toscana (Castello del Terriccio, Castello di Volpaia, Felsina, Fontodi, Tenute Silvio Nardi), due delle Marche (Fazi Battaglia dei Castelli di Jesi con la titolare Maria Luisa Sparaco e Velenosi del Piceno con la signora Angela), una dell’Umbria (il Consorzio del Montefalco con un agguerrito direttore, Luigi Bonfazi), uno dell’Abruzzo, tre della Campania, una della Basilicata ed una della Sardegna, cinque della Sicilia.
Nel corso dell’intensa giornata è stato anche presentato Duemilavini 2008, il libro guida ai vini e ai ristoranti d’Italia: un volumone di ben 1800 pagine della Bibenda Editore che è anche la guida più venduta d’Europa con oltre 65 mila copie. Ora il prossimo appuntamento dell’Associazione dei sommelier è a Roma per la fine di giugno con l’elezione del primo sommelier mondiale. Il lavoro che Medri sta facendo è davvero molto positivo.

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