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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Rivella: “Meno burocrazia. Pensiamo alla qualità” … Uno dei padri del Brunello e di Montalcino, creatore di Castello Banfi, è disgustato: “Finirà all’italiana: nulla di fatto, se non il danno mediatico”. Ezio Rivella è la storia del vino di qualità italiano. “Si ricorda Ciravegna, quello del metanolo? Alla fine fu assolto e riaprì cantina con altro nome. Una vergogna”.

Già, ma com’è possibile?

“I malavitosi esistono. E nessuno venga a dire che mancano i controlli: ci sono, spesso asfissianti, ma vanno orientati alle cose importanti, non ai cavilli”.

L’inchiesta sul Brunello è un cavillo? “È un esempio del tritacarne burocratico-giudiziario. Lo sa che se si facessero i controlli di rispondenza al disciplinare nei grandi territori del vino italiano, succederebbero ovunque sconquassi incredibili”.

Perché?

“La mania di disciplinari minuziosi, prescrittivi e burocratici è roba da matti”.

Ma di chi è la colpa?

“Ovviamente nostra: ognuno vuole far controllare il vicino, ma poi in casa sua magari chiude un occhio”.

Quindi niente regole?

“Quelle ci vogliono, ma serie, ragionevoli. I francesi puntano a qualità e origine, e basta. Noi invece ci complichiamo la vita”.

Concludendo, che fare?

“Bisogna rimettere mano a questa legge sulle Doc rendendo tutto più elastico, più flessibile. Proprio per tutelare davvero la grande qualità dei nostri vini”.

Ma non ne soffriranno tipicità e vitigni autoctoni?

“Per questo serve solo un minimo di regole intransigenti sulla qualità”.

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