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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

“I miei settant’anni da principe” ... Festa vip a San Gimignano per Girolamo Guicciardini Strozzi... Settant’anni da principe. Con un cognome, un doppio cognome, che di anni ne ha molti di più. “Una gioia, un onore e insieme una bella responsabilità “, ammette Girolamo Guicciardini Strozzi, proprietario terriero, docente universitario di diritto internazionale, viticoltore: tra le mani una bottiglia di “Cusona”, la Vernaccia che di anni ne ha 75, e riprende l’etichetta dei fiaschi che vendeva suo padre Piero nel 1933.Afargli festa, nei giardini della splendida villa di Cusona, le sue donne - la moglie Irina, le figlie Natalia e Irina - e il fratello Roberto, e tanti amici: Gianni Zonin, Marco Columbro, il generale Ugo Zottin comandante regionale dei carabinieri, il prefetto di Siena Giulio Cazzella, il questore di Firenze Francesco Tagliente, Maria Luisa Monti Riffeser presidente della Poligrafici Editoriale, il direttore de La Nazione Francesco Carrassi, Ferruccio Ferragamo, Alberto Michelini, Gelasio Gaetani Lovatelli d’Aragona con la duchessa Oliva Salviati, Beppe Bigazzi, Gianni Mercatali, Astrid Wirth, tanti giornalisti.
Settant’anni, principe: un bel momento?
“Mah. E’ un traguardo che va verso la fine; sono più che contento di quello che la vita mi ha offerto, ma non c’è mai limite al meglio”.
Lei è al centro di una bella famiglia e di una bella azienda...
“Sì, e ne sono contento: obiettivi realizzati, produzione ampliata, e questa bella occasione di festa per la Vernaccia. Vino non di moda, non facilissimo, ma con molto carattere “.
Già, avete allargato gli orizzonti: è soddisfatto delle nuove terre?
“Molto: Bolgheri non ha bisogno di presentazione, Monteregio eMorellino hanno grandi potenzialità. Era necessario arricchire la gamma: e là ci segue Barbara Tamburini, un’enologa giovane, brava e attenta”.
Un’altra donna, oltre alle “sue” donne. Contano molto?
“Sì, hanno un ruolo importante, le figlie che pure hanno altri interessi (Natalia lo spettacolo, Irina la finanza) si stanno appassionando davvero molto”.
E’ pesante, il nome che porta?
“Mi sento molto legato alla tradizione della famiglia, alla storia: sento il dovere di continuare la linea... Sì, c’è molta responsabilità nel condursi, nel comportarsi”.
Che effetto fa sentirsi chiamare principe?
“Bisogna cercare di onorare un grande nome. Può essere un peso, se si vuole, una condotta consona non è sempre facile”.
Anche perché in giro c’è tanta volgarità.
“Sì, mi danno molto fastidio certi costumi, certi atteggiamenti, anche tra gli studenti vedo grande lassismo, e minore serietà”.
E il mondo del vino toscano come lo vede?
“I risultati sono eccellenti, anche se pesa la crisi generale, e pesa l’improvvisazione di nuovi produttori che si sono buttati su queste terre pensando all’eldorado. Fanno male, disorientano il mercato e creano confusione”.
Lei è un uomo all’antica?
“Sono molto legato alla tradizione, ma opero attivamente nella società, la mia attività lo dimostra”. E’anche il testimone che ha passato alle sue figlie?
“Sì: l’amore per questa terra, per questa casa. Mantenere un legame sempre vivo con la tradizione, però operare attivamente nel mondo”.
Con Tony Blair si sente ancora?
“Sì, e tornerà da noi. Magari non tutti gli anni, ma tornerà”.

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