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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Bologna città delle tre T, grassa e dotta, di tante altre cose ma non del vino. Schiacciata tra i ducati del Lambrusco a nord e le terre del sangiovese a sud, le Due Torri languivano enologicamente tra bicchieri pieni di scadente, frizzante Pignoletto, e rossi di poca personalità. Finché un pugno di vignaloli dagli anni ‘70 in poi non decise di rilanciare la denominazione Colli bolognesi rendendo il Pignoletto un bianco bevibile sia trasformando i rossi in vere bandiere del territorio.
Tra le cantine che hanno fondato la Bologna enologica c’è Bonzara, attiva a Monte San Pietro fin dagli anni ‘60. Deve tutto alla volontà del fondatore Angelo Lambertini e alla passione del figlio Francesco che, docente universitario e vigneron per passione, col suo understatement britannico ha portato 14 maison sulle guide internazionali con rossi di grande spessore. Il suo Bonzarone 2005 (cabernet sauvignon in purezza) ha strappato quest’anno il terzo “3 bicchieri” dopo le annate 1996 e 1997. Un rosso profondo e intetso ma elegante, caratteristiche che troviamo anche nel cabernet base Rosso del borgo, un vino di primo prezzo ma curato in vigna e cantina come il fratello maggiore. Niente legno, solo acciaio e vetro per questo calice beverino, da tavola quotidiana, ma adatto anche a chi non gradisce troppi muscoli e struttura. Bel colore rubino, frutta rossa speziata al naso, al palato rotondo e insieme fresco. In enoteca sotto i 10 euro. Rosso del Borgo 2007, Tenuta Bonzara. Info: www.bonzara.it

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