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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Verdi adozioni ... Tutti pastori e vignaioli. Ma a distanza... Adottare una vigna con comodo bonifico via Internet, più per il gusto di andarla a trovare che per il narcisismo di avere bottiglie con l’etichetta personalizzata. Adottare magari una pecora sarda e diventare pastore a distanza. Adottare anche un maiale e seguirne con entusiasmo le tappe, dal cucciolo rosa al salame. Adottare un albero di arance siciliane, una scimmia, un pipistrello. Da un paio d’anni va tantissimo diventare genitori di qualcosa che non sia un bambino. Il nuovo trend della vigna pare talmente esuberante da essere diventato oggetto di analisi di mercato. Il fenomeno in realtà non è recente e nemmeno provinciale, visto che ricalca l’antica abitudine di consumare il nettare dei filari del nonno e sta prendendo piede in tutto il mondo, in particolare in Inghilterra. Di diverso c’è che oggi si diventa genitori di vigna al computer, scegliendo l’appezzamento giusto con la webcam e pagando con la Visa. Chi non ha mai sognato un vigneto e una cantina di proprietà senza poterseli permettere? Siamo circondati senza saperlo da un esercito di contadini inespressi, impazienti di dilettarsi con il verderame. Ed è giusto cavalcare l’onda. In Italia i pionieri sono stati il Consorzio di Tutela del Soave e la Coldiretti, sulla falsariga del comune astigiano di Incisa Scapaccino che ogni anno dà in gestione una vigna a un nuovo vigneron. Chi vuole sentirsi in buona compagnia sappia che hanno aderito Gerard Depardieu, Sting e Lucio Dalla e che non più tardi di qualche giorno fa i Nomadi hanno adottato a Castagnole delle Lanze. Ognuno lo fa a modo suo. Con il progetto Atelier del Vino, per esempio, la Coldiretti propone l’adozione di una porzione di vigneto di circa 120 metri quadrati per 480 euro. L’adottante sceglie il vitigno da cui produrre e segue il percorso dell’acino fino all’imbottigliamento con etichetta personalizzata. Si adotta per svago, per fare un’esperienza diversa, per concedersi un viaggio alla scoperta delle tradizioni. Il valore aggiunto è diventare consumatori e insieme produttori di qualcosa di unico a un prezzo inferiore a quello di mercato. E poi, per chi ama il genere, si impara parecchio: dai professionisti sul territorio, da un’esperienza romantica di ritorno alla natura e dalle scelte di marketing. Ne gode ovviamente anche il produttore effettivo, che si trova fra le mani una fonte di finanziamento extra, un parco clienti senza vincoli geografici e la possibilità di vendere servizi accessori legati al lavoro sui campi e alla degustazione in cantina. Tutti garantiscono il certificato di adozione e la consegna del vino, cosa che invece funziona solo a metà con le pecore: gli ovini restano a casa loro e a casa tua arriva un paniere pieno di cose buone. Questa è un’iniziativa partita dalla Sardegna e lì rimasta, inaugurata al grido di “vuoi diventare pastore a distanza?” e dalla voglia di riscossa di un pastore vero sull’orlo di una crisi di nervi: “Io amo il mio lavoro, l’ho fatto per più di 40 anni e solo questo so fare. Il forte deprezzamento del latte mi avrebbe fatto chiudere ma io e la mia famiglia abbiamo avuto un’idea. Benvenuti a SardiniaFarm” (sardiniafarm@gmail.com). E allora si danno le creature in adozione per 390 euro l’anno, assicurando al nuovo genitore un sacco di possibilità divertenti: scelta del nome, una tosatura, otto forme di percorino, lana e carta d’identità dell’animale, oltre alla facoltà di farsi un giro a Sardinia Farm. In alternativa, il fattore a distanza riceverà due volte all’anno “Su mruzzu de su pastori”, un ricco paniere con formaggio, salame, trofie sarde, di olive, due birre, pomodori secchi, un pacco di dolci mustazzolus, il pane spianato e un pezzo di torrone. Sono soddisfazioni, oppure è solo un nuovo modo di arrangiarsi sul mercato in crisi. I nuovi contadini vendono i loro prodotti senza passare dai negozi. In tre anni hanno fatto il botto: sono aumentati del 25% e oggi comprendono 48 mila aziende.
47 i milioni di ettolitri di vino che si prevedono con la vendemmia, e di qualità.
498 i vini che vengono prodotti in Italia, 320 di origine controllata, 41 Docg, 137 Igt.
48 mila sono le aziende agricole che contano sul rapporto diretto con i clienti.

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