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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

“Deregulation dei vigneti. Crollerà il prezzo del vino” ... Firenze, ai Georgofili tutti contro la legge europea... L’Ue ha deciso dalla fine del 2015 di liberalizzare l’impianto dei vigneti. Il mondo del vino è in subbuglio: si teme la sovrapproduzione con conseguente crollo dei prezzi e della qualità... Che succederebbe se gli attuali 17.000 ettari vitati del Chianti diventassero 35.000? Il condizionale, in questo caso, non è d’obbligo, perché in realtà se non intervengono cambiamenti legislativi è proprio questo che succederà a partire dal 2016. L’Organizzazione Comune del Mercato del vino ha stabilito una serie di misure, alcune delle quali non sono ancora entrate in vigore ma lo saranno nei prossimi anni e una delle più significative è l’eliminazione, a fine 2015, dei diritti di impianto. La Commissione Europea ha rivoluzionato il sistema delle regole di gestione dei vigneti, finora sottoposti a vincoli in base a criteri economici, liberalizzando gli impianti per tutti i tipi di vino e creando, di fatto, le premesse per una crescita indiscriminata delle produzioni, comprese le Doc.

Gli effetti della eliminazione dei diritti di impianto sono stati al centro dell’incontro internazionale che si è svolto ieri all’Accademia dei Georgofili. Gli effetti della deregulation in materia di diritti di impianto (in Francia esistono dal 1953 e negli altri Paesi europei dal 1976) potrebbero essere devastanti, a partire, appunto, dall’aumento indiscriminato delle superfici vitate. Qualche esempio? La Cotes-du-Rhone è stato calcolato dalla Federdoc potrebbe passare dai 61.000 ettari attuali a 120.000, il Chianti, appunto, da 17.000 a 35.000. Dopo il saluto del presidente dei Georgofili Franco Scaramuzzi e dell’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori, che ha confermato l’impegno della Regione contro la deregulation, è stato l’accademico dei Georgofili Riccardo Ricci Curbastro, presidente della European Federation of Origin Wines e della Federazione italiana consorzi tutela vini Doc, a presentare lo stato dei fatti. “La liberalizzazione totale dei diritti di impianto dal 2016 - ha detto - avrebbe conseguenze drammatiche sul settore dei vini di qualità, tra cui sovrapproduzioni e conseguente crollo dei prezzi, delocalizzazioni e perdita dei posti di lavoro, industrializzazione del prodotto e perdita della qualità. Senza contare che è già in atto l’abbassamento del valore patrimoniale dei terreni. Dover rinunciare a un sistema sperimentato di gestione e controllo delle produzioni con il fine di una presunta, maggiore competitività è pura illusione”. Soluzioni? Per Ricci Curbastro ce n’è una sola: “E’ indispensabile sensibilizzare il Parlamento Europeo e convincere altri Paesi affinché decidano, nell’ambito del Consiglio, per la contrarietà alla liberalizzazione e spingano la Commissione al ripristino dei diritti di impianto”. Hanno condiviso l’analisi dì Ricci Curbastro anche Fernando Prieto Ruiz, presidente della Federazione spagnola dei consorzi di tutela dei vini e Pascal Ferat, presidente del Syndicat Général des Vignerons de la Champagne.

Gli effetti della eliminazione dei diritti di impianto che esistevano per La Francia da 1953 e per gli altri Paesi europei dal 1976.

Cote-du-Rhone, Francia. Superfici vitate (ettari): adesso 61.000 - in futuro 120.000

Rjoca, Spagna. Superfici vitate (ettari): adesso 60.000 - in futuro 350.000

Chianti, Italia. Superfici vitate (ettari): adesso 17.000 - in futuro 35.000.

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