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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Grandi bottiglie a piccoli prezzi ... Franciacorta in rosa... Fu il generale americano Charles Poletti, commissario per gli approvvigionamenti delle forze alleate, sul finire della seconda guerra mondiale a chiedere in Puglia una grossa fornitura di vino. Voleva un nome americano e dalle cantine di Salice Salentino della Leone de Castris uscì il Five Roses, il primo rosè (da uve Negroamaro) made in Italy. Per decenni il rosè fu un bicchiere di nicchia per pochi, prodotto e bevuto soprattutto al Sud. Ora è tornato di moda, complice la rimonta dei vini “leggeri”, freschi, non impegnati. Che la moda non sia effimera lo testimoniano il boom di denominazioni nordiste come il Chiaretto del Garda e la declinazione in rosa di grandi bollicine come quelle di Franciacorta. E proprio dal terroir bresciano arriva questo brut elaborato da Mosnel, cantina storica (datata 1836) sulle colline moreniche in quel di Camignone di Passirano. Un maison in rosa: fu Emanuela Barboglio, fondatrice dell’azienda, a ereditare la passione del vigneron dalla nonna Nina. Oggi, scomparsa Emanuela, alla guida del Mosnel ci sono i figli Giulio e Lucia Barzanò. La maison fa 250.000 bottiglie su 40 ettari vitati, quindi è tra i grandi di Franciacorta, un territorio dove i numeri sono piccoli. Le uve sono quelle base per il metodo classico (chardonnay, pinot nero e bianco). I due anni sui lieviti donano corpo e rotondità a questo bel bicchiere dal perlàge fine ed elegante, profumi garbati di frutti rossi, bello scattante al palato. In enoteca sui 16 euro.

Il Mosnel, Franciacorta Brut Rosè. Info: www.ilmosnel.com.

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