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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Giovani e happy hour: il vino è amico ma con moderazione. E anche la birra può aiutare la salute ... L’happy hour (alla lettera ora felice) è una pratica di promozione delle vendite nata in Inghilterra per attirare clientela nei pub al momento di chiusura degli uffici, a prezzi ridotti vengono serviti soprattutto vino e salatini. È ormai talmente di moda che invade anche le località balneari. Molti ragazzi, nelle happy hours, bevono vino credendo che sia una bevanda assolutamente salutare e quindi migliore di tanti aperitivi ricchi di coloranti. Ma il vino fa davvero così bene? Da anni una oculata campagna pubblicitaria ci spiega che il vino è un vero toccasana per la nostra salute; hanno iniziato i francesi anni fa spiegando un arcano da loro denominato “paradosso francese”: consiste nel fatto che i francesi, pur mangiando molti grassi (besciamelle, pâté de foie etc.) si ammalano molto meno di infarto rispetto agli americani; la spiegazione, secondo loro, è che bevendo vino rosso (quasi assente sulle tavole degli americani) si assumono grandi quantità di resveratrolo, un antiossidante molto utile per le coronarie; tutto vero; ma nessuno spiega che il fabbisogno di resveratrolo è di 12 mg al giorno e il vino ne contiene solo 4 mg per litro; bisognerebbe dunque bere almeno tre litri di vino al giorno, cosa ovviamente assurda. Nessuno spiega ancora che dosi ben piu massicce di resveratrolo si trovano in un pugno di noccioline. E allora il paradosso francese? La spiegazione secondo me è “un’altra”: è vero che i francesi usano molto burro e panna nella loro alimentazione; ma è pur vero che questi, tutto sommato, sono grassi nobili che non fanno i disastri degli oli e margarine idrogenate onnipresenti nel cibo spazzatura degli americani (patatine fritte, hamburger, cheesburger,wurstel e così via). Questi grassi idrogenati sono per l’uomo grassi “moderni” che il nostro organismo non riconosce e quindi, non riuscendo a metabolizzarli li deposita sotto forma di placche ateromatose nelle coronarie. La margarina infatti è “molto giovane”; fu inventata dal farmacista Hippolyte Megè su commissione di Napoleone III che voleva un condimento capace di durare mesi (ahimè) nelle cambuse delle navi da guerra. E rispetto al burro sta come il diavolo all’acqua santa. In ogni caso di meriti il vino ne ha uno fondamentale è la capacita di alzare in tempi brevi il colesterolo buono (HDL) cosa che fino ad adesso non riesce ad alcun farmaco. E la birra? Come il vino è un alimento vivo, io scelgo la non pastorizzata ricca di fermenti simili a quelli dello yogurt così utili a rafforzare la nostra flora batterica intestinale (è recente la scoperta che la nostra flora rappresenta il 60% delle nostre difese immunitarie). La birra contiene inoltre microdosi di estrogeni vegetali utili per la profilassi del tumore alla prostata e al seno, l’importante è rispettare le dosi: per il vino due piccoli bicchieri al giorno; per la birra due piccole bottiglie al giorno, mai a stomaco vuoto. Pessima l’abitudine quindi degli happy hours, ove giovani si avvinazzano (spesso a digiuno) dietro una cattiva informazione che parla di vino e birra come alimenti assolutamente salutari.

Ciro Vestita, dietologo e fitoterapeuta di Firenze.

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