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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Gelo, incubo scaffali vuoti. Consegne di frutta e verdure in tilt ... Ferme 50mila tonnellate di prodotti. Coldiretti: “Ortaggi a rischio” ... L’Italia stretta nella morsa del gelo riaccende i timori di una nuova paralisi autostradale, dopo quella causata dallo sciopero dei tir appena concluso, con la conseguenza di tornare a vedere desolatamente vuoti i supermercati per mancanza di consegne. Già ieri i prefetti delle province di Toscana, Marche, Umbria ed Emilia Romagna hanno disposto lo stop temporaneo della circolazione dei tir, e per molti prodotti che viaggiano su gomma dal campo alla tavola, è stato impossibile raggiungere la destinazioni. Ferme sono infatti le consegue di cinquantamila tonnellate di prodotti deperibili tra latte, fiori, frutta e verdura, a causa della neve e del ghiaccio presenti sulle strade italiane, così come risulta da un monitoraggio compiuto dalla Coldiretti. Una situazione a dir poco pesanti per le imprese agricole, reduci dai 200 milioni circa di danni causati dal recente sciopero. “Questa ondata di maltempo - spiega la Coldiretti - rischia di pesare però anche sui consumatori perché le forniture sugli scaffali della grande distribuzione non sono ancora tornate alla normalità”. Con il maltempo se la devono vedere soprattutto le aziende situate in aree interne o in montagna, dove gli agricoltori sono già al lavoro con i loro mezzi per liberare le strade dalla neve evitando così il rischio “isolamento”. In tutta l’Emilia Romagna, a causa dell’emergenza neve, sono scesi in strada i trattori spalaneve dei produttori agricoli. Sono pronti ad entrare in attività a qualsiasi ora nelle strade assegnate. Ma non basta: la Coldiretti sottolinea anche il timore che alla neve possano seguire le gelate, che metterebbero a rischio tutti gli ortaggi invernali in campo: cavoli, verze, cicorie, carciofi, radicchio e broccoli. E, a rendere la situazione ancor più delicata c’è la constatazione che il freddo polare sta già facendo lievitare la voce “energia” che, in termini di riscaldamento costante di serre e stalle, comporta un aggravio sui costi del 10-15 per cento.

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