02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Brindisi sì ma all’italiana. Il vino conquista il mondo ... E i giovani scoprono il piacere di bere in compagnia ... Se l’Italia fosse come quella delle cantine forse i nostri conti sarebbero migliori. Perché dal Vinitaly è venuta una conferma: le cantine sono uno dei motori economici del paese. E la Fiera di Verona ha avuto un gran coraggio e ha raccolto successo riportando la rassegna al suo carattere di luogo degli affari e della cultura del vino. Tra i padiglioni si sono riaffacciati ristoratori, enotecari, compratori. Bilancio: 140 mila visita tori in quattro giorni, da 120 paesi. Ed export delle cantine che continua a dare segnali molto positivi dopo l’anno record appena trascorso:4,4 miliardi di fatturato oltrefrontiera. Ma è stato anche il Vinitaly che ha spazzato via molti luoghi comuni. Il primo:i vini del le cantine sociali si vendono solo se costano poco. Non è vero, anzi la vinificazione associata pesa moltissimo nel comparto. Se ne è accorto anche il ministro per l’agricoltura Mario Catania. È rimasto tre giorni a Verona: ha rassicurato i produttori che l’Europa non liberalizzerà i vigneti, che non ci saranno nuove tasse sul vino e che l’agricoltura è centrale per il Paese. Il ministro si è intrattenuto a lungo con Corrado Casoli, reggiano, presidente delle Cantine Riunite e soprattutto del Gruppo Italiano Vini, il più importante produttore di vino d’Italia, che ingloba la Divisione Coltiva e la recente acquisizione del Gruppo Cavicchioli, e di alcune griffes che l’estero ci invidia. L’altro luogo comune spazzato via è che i giovani non bevono vino. Lo bevono, ma diversamente. Gli under 35 - ricerca Unicab Veronafiere - bevono non tutti i giorni ma nei momenti di socializzazione. E preferiscono vini leggeri, naturali. Del resto il nuovo stile di vino che emerge dal Vinitaly è proprio questo: vino compagno della tavola. Questo spiega il trend positivo di spumanti, bianchi e rosati, con una performance sostenuta dei biologici. Il terzo luogo comune spazzato via è che il vino di pregio non si vende nei supermercati. Anzi. La grande distribuzione è diventata la prima enoteca d’Italia (ricerca di Symphony-Iri Group) e il mercato si polarizza: o vini sotto i tre euro o bottiglie importanti sopra i 5. Tramontano j bottiglioni, crescono denominazioni di grande pregio come il Brunello di Montalcino, si rafforza la leadership di Lambrusco, Chianti, con new entry come Muller Thurgau e Pignoletto, tra le preferenze. Ma è l’export che tira davvero. America e Germania restano i mercati fondamentali, ma la Cina è già entrata nella top ten dei nostri compratori e Brasile, India e Russia comprano forte.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024