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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Là crisi morde l’uovo di Pasqua. È crollato lo shopping per la tavola ... La crisi continua a picchiare duro. Il calo del 10% negli acquisti di uova e colombe è infatti l’aspetto più evidente di una Pasqua al risparmio che almeno 8 italiani su 10 hanno trascorso in casa con una spesa complessiva calcolata a 1,2 miliardi (-7% rispetto al 2011). È quanto stima la Coldiretti che evidenzia gli effetti della crisi che ha spinto solo 4 milioni di italiani a trascorrere la Pasqua al ristorante, con un costo medio di 40 euro e un totale di 172 milioni, in leggero calo rispetto al 2011, mentre le presenze negli agriturismi sono aumentate del 3%.
La Pasqua 2012 sarà ricordata, sottolinea la Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti, anche per l’accresciuta sensibilità nei confronti degli sprechi. Il 57% degli italiani ha infatti ridotto lo spreco di cibo per effetto della crisi e tra questi il 47% lo ha fatto facendo la spesa in modo più oculato, il 31% riducendo le dosi acquistate, il 24% utilizzando quello che avanza per il pasto successivo. Il menu della Pasquetta infatti per molti italiani - precisa la Coldiretti, secondo un’indagine condotta con Swg - è stato a base di polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille e macedonia che sono un’ottima soluzione per utilizzare gli avanzi della Pasqua secondo le ricette tramandate nel tempo in campagna. Per contenere le spese della tavola senza rinunciare alla qualità il 61% degli italiani confronta con più attenzione i prezzi nel momento di riempire il carrello della spesa mentre il 59% va alla ricerca delle offerte più economiche. Con la crisi, insomma, in quattro famiglie su dieci si è riscoperto il piacere della preparazione casalinga dei dolci tipici della tradizione di Pasqua, che unisce risparmio e rispetto della tradizione. Sono intanto in arrivo, per i prossimi mesi, rincari per i prezzi dei generi alimentari. Il costo di pasta, riso, cereali da colazione potrebbe salire del 5%, e anche quello della carne e delle uova è destinato ad aumentare. È quanto emerge dall’Osservatorio “Prezzi e Mercati” di Indis-Unioncamere. “Richieste di adeguamento dei listini alla produzione del 5% sono state ricevute per pasta, riso e cereali da colazione. Ulteriori richieste di aumenti anche per carni e uova”, si legge nello studio a cura dell’ente guidato da Ferruccio Dardanello. “L’inflazione alimentare alla produzione - si legge ancora - viaggia su ritmi elevati: nonostante le quotazioni delle materie prime siano rimaste ferme sui prezzi di inizio 2011, le negoziazioni tra industria e grande distribuzione su un insieme di 46 prodotti alimentari monitorati da Unioncamere-Indis evidenziano ancora rincari sostenuti”. “Le analisi ci restituiscono un quadro ancora di forte incertezza per i bilanci delle famiglie”, dice Dardanello.

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