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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Il Chianti Classico cambia timoniere ... Nuovo consiglio, non c’è più Pallanti. Totopresidente: Manetti favorito ... Il Chianti Classico cambia timoniere. Marco Pallanti, titolare con la moglie Lorenza Sebasti del prestigioso Castello di Ama, non ha accettato il terzo mandato da presidente. E, per non correre rischi, non è neppure rientrato tra i 21 componenti del nuovo consiglio d’amministrazione del Consorzio, eletto ieri dall’assemblea dei soci tra i candidati delle tre categorie: 15 viticoltori, 2 vinificatori, 4 imbottigliatori. Un consiglio che, commenta il direttore del Consorzio, Giuseppe Liberatore, “è finalmente davvero rappresentativo della “crema ”del Chianti Classico”. Difficile dargli torto: tra le new entry ci sono i rientranti Marchesi Antinori, con il direttore generale Renzo Cotarella, e il colosso americano Beringer Blass proprietario del Castello di Gabbiano, con il manager Ivano Reali, ma anche Michele Zonin, figlio di Gianni, per Castello d’Albola e Giuseppe Poggiali per Felsina, e poi Tommaso Marrocchesi di Bibiano e Alessandro Palumbo di Luiano. Le cooperative sono ben rappresentate con Castelli del Grevepesa (Riccardo Aiesi) e Chianti Geografico (Marco Toti). E poi ci sono i confermati: Luigi Cappellini di Verrazzano, Francesco Ricasoli di Brolio, Filippo Mazzei per Fonterutoli, Giovanni Manetti per Fontodi, Sergio Zingarelli per Rocca delle gacie, Sebastiano Capponi per Calcinaia, Sandro Sartor per Ruffino (un altro big da poco tornato nel Consorzio), Alessandro Marchionne per San Felice, Carlo Mascheroni di Volpaia. E ancora: La Leccia con Francesco Daddi, Casaloste con Giovanni B. D’Orsi, Rodano con Vittorio Pozzesi. Insomma, le più belle griffe del Chianti Classico, che intanto conferma il trend in ascesa segnando un + 9,5% nelle vendite nei primi cinque mesi del 2012, con il 77% di prodotto all’estero (il 38% tra Usa e Canada). Ora si apre la “caccia” al nuovo presidente. Nelle urne, ien, i più gettonati sono stati nell’ordine Giovanni Manetti, poi Mascheroni e Ruspoli. Sarà uno di loro il nuovo capo del Gallo Nero? Manetti, interpellato, si chiama fuori, ma per qualche voce di corridoio “è pretattica”. Si esclude una presidenza per la maison Antinori (“Sarebbe entrato il marchese Piero in persona...”), mentre di buoni crediti sembrano godere Sergio Zingarelli, attivissimo condottiero di Rocca delle Macie, e il trentaduesimo barone di Brolio Francesco Ricasoli. Che però avrebbero un “vizio”: aziende troppo grosse, la tradizione recente va in direzione opposta. La “campagna acquisti” è aperta.

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