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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Otto milioni cli poveri. Esplode l’allarme disoccupati ... Più di 3 milioni gli italiani che hanno chiesto un pacco alimentare o un pasto gratuito ... È il ritratto dell’Italia che non sa come tirare avanti. Si tratta di numeri e percentuali, ma che ci parlano di quei nostri connazionali che, nell’Italia del Duemila, sono ufficialmente poveri. L’Istat, nel suo “Rapporto sulla povertà in Italia”, rivela che nel nostro Paese ci sono oltre 8milioni di poveri. Nel 2011, è risultato “relativamente povero” l’11,1 per cento delle famiglie, per un totale di Otto milioni e l73mila persone, mentre si trovano in una condizione di povertà grave il 5,2 per cento delle famiglie, pari a tre milioni e 415mila persone. E dal Bollettino economico della Banca d’Italia arrivano altri dati che non fanno che aggravare il quadro generale. Il tasso di disoccupazione in Italia, salito quest’anno dall’8,6 al 10,9 per cento, nel 2013 salirà oltre l’11 e i più colpiti continueranno ad essere giovani e donne. L’Italia ‘relativamente povera’ è quella di famiglie di due persone che non possono spendere al mese, complessivamente, più di 1.011 euro. La povertà relativa risulta sostanzialmente stabile, ma il peggioramento delle condizioni delle famiglie di operai e di pensionati è compensato dal miglioramento di quelle di impiegati e dirigenti. E se al nord e al centro rimane effettivamente stabile, al sud le famiglie ‘relativamente povere’ sono salite dal 21,5 al 22,3 per cento. In questo caso la spesa media della famiglia si aggira intorno ai 785,94 euro al mese, contro gli 827,43 del nord e gli 808,72 del centro. Tra le regioni del meridione, sono la Sicilia e la Calabria quelle dove la povertà è più forte, colpendo rispettivamente il 27,3 per cento e il 26,2 per cento delle famiglie. Gli indici più bassi di povertà si trovano per contro nella provincia di Trento (3,4 per cento), in Lombardia (4,2 per cento), in Valle d’Aosta (4,3 per cento). Sotto al 6 per cento in Toscana, Emilia Romagna e Marche (5,2 per cento), Friuli Venezia Giulia (5,4 per cento) e Piemonte (5,9 per cento). E sono il 7,6 per cento le famiglie a rischio povertà, per le quali basterebbe una spesa imprevista per scivolare nell’indigenza. I dati Istat arrivati insieme a quelli altrettanto allarmanti di Bankitalia (che prevede anche una diminuzione delle retribuzioni salariali) scatenano preoccupazione e proteste. “Monti e i professori hanno fatto cassa sulla pelle dei cittadini, lasciando impuniti evasori, speculatori e i soliti noti della casta”, denuncia il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro. “La povertà non può essere l’alternativa e l’antidoto alla crisi”, protesta Nichi Vendola, presidente di Sel.

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