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La Nazione

Paolo Saturnini (presidente Città del Vino): «Giù le mani dal vinsanto, la Grecia non può pretendere il nome in esclusiva» ... «La richiesta è assolutamente assurda e infondata tanto in linea di principio quanto in linea di fatto». È' categorico il presidente nazionale delle Città del Vino, Paolo Saturnini: sul vinsanto non si scherza. La Grecia ha infatti, presentato all'Ue la richiesta di utilizzazione in esclusiva della denominazione «vinsanto». Anche nella sua accezione e traduzione italiana «partendo dal presupposto - scrive Saturnini in una nota - che il vero vinsanto si produrrebbe nell'isola greca di Xantos». Saturnini sostiene che se la Grecia «ha il diritto di tutelare la propria produzione enologica, non ha alcun diritto di appropriarsi di denominazioni di altri Paesi. Inoltre, si perderebbe di vista l'esigenza di tutelare le specificità dei singoli prodotti andando ad uniformare prodotti assolutamente diversi». Se il vinsanto ha forse origine greca come nome - sembra che durante il concilio di Firenze del 1439 tra cattolici e ortodossi un cardinale greco abbia esclamato: «ma questo è vino xantos» forse a indicare la somiglianza con il vino dell'omonima isola, forse a esaltarne l'eccellenza del prodotto - nulla ha in comune come tradizione e preparazione. Il vino greco è una vendemmia tardiva, mentre il «liquore» toscano viene appassito su graticci, vinificato a gennaio in caratelli con il tappo ben chiuso con il cemento per almeno tre anni. Un prodotto che dal 1999 ha ottenuto la doc e nel 2001 è stata messa in vendita la prima produzione «protetta». Per questo Saturnini chiede «un immediato intervento di governo e Regione». E in tema di omologazioni e snaturamenti, l'associazione Città del Vino e Legambiente scendono in campo contre le viti «Frankstein», quelle geneticamente modificate, promuoveranno moratorie comunali con l'approvazione di un ordine del giorno che impedisca, sul territorio comunale, che vengano sperimentati, coltivati in campo aperto, trasportati e commercializzati materiali di moltiplicazione vegetativa della vite geneticamente modificati». All'inizitiva hanno già aderito un centinaio di amministrazioni, tra cui Siena.

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