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La Nazione

Sondaggio - L'enonauta non si fa incantare dalle griffe ... Sono colti, informati, leggono le guide e le riviste specializzate, hanno un’elevata capacità di spesa e si possono permettere ottime (e costose) bottiglie: ma i veri esperti di vino non si fanno abbagliare dalle griffe e dall’immagine e, a seconda della situazione, coltivano il gusto della scoperta scegliendo i prodotti con il miglior rapporto qualità/prezzo. A parte alcuni nomi che appartengono ad un empireo di “intoccabili & insostituibili”, ovvero le etichette cult (dal Sassicaia al Brunello di Biondi Santi, dal Sagrantino di Caprai all’Ornellaia, dal Sorì Tildin di Gaja fino al Solaia di Antinori), chi di vino se ne intende davvero ama sempre più avventurarsi lungo territori inesplorati o poco battuti: lasciando la griffe “a tutti i costi” ai ricchi dell’ultima ora e a chi, senza cognizione di sorta, ordina una bottiglia da due zeri al ristorante solo per fare colpo con gli amici, il raffinato cultore del buon bere preferisce orientarsi su nomi non scontati. Non è raro infatti che i consumatori più esperti e smaliziati, pur riservando ai “soliti noti” il culto invariato che da sempre si meritano, decidano di scoprire un semi-sconosciuto Timorasso o un insolito Refosco, che oltre ad essere buoni, hanno spesso il vantaggio di costare pochi euro. Queste le tendenze emerse dal sondaggio sui prezzi proposto da www.winenews.it, uno dei siti più cliccati del mondo del vino, al quale hanno risposto 2.124 enonauti, sui 6.540 iscritti. Alla domanda se nel 2002 - anno caratterizzato da una recessione a livello internazionale e da un evidente aumento dei prezzi del vino (dovuto soprattutto al “caro-euro”) - è variata la cifra abitualmente destinata all’acquisto di bottiglie di qualità, gli enonauti hanno evidenziato una certa stabilità nella spesa: il 42,5% ha destinato al vino la stessa cifra del 2001, mentre solo il 23,5% quest’anno ha speso di meno; il 34% degli enonauti ha dichiarato di aver speso di più.

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