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La Nazione

Vino alle stelle ? E' la qualità che fa volare i prezzi ... La guerra di cifre, che ha fomentato polemiche sull'attendibilità dei rilevamenti statistici sulle variazioni dei prezzi del paniere di consumo degli italiani, pare ancor più aspra se si parla di vino. E' vero che si beve meno, meglio e che l'amento c'è stato. Un contenuto 3,6% secondo i dati Istat, un bel 65,69% per l'Eursipes. Aumenti anche per gli spumanti, +12,67% per l'Eurispes e del 2,5% per l'Istat. Ma cosa sta succedendo in concreto al settore vitivinicolo la locomotiva dell'intero comparto agroalimentare italiano? "E' in corso ormai da qualche anno una vera e propria rivoluzione nell'approccio al vino che rende dinamici i rapporti tra domanda e offerta in un momento in cui anche l'Euro provoca qualche difficoltà - spiega Roberto Bruchi, enologo, direttore di Aprovito, l'associazione dei produttori vitivinicoli toscani che conta circa 2500 soci -. Il fatto che sul vino di qualità si rilevi una così ampia forbice di percentuali di aumento dipende dalla composizione del paniere di beni e prodotti vinicoli presi in esame". Il dato di fatto è che l'aumento c'è stato e forse non è dipeso solo dall'effetto Euro, ma anche da un aggravio nei costi di produzione. "D'accordo sulla spinta inflazionistica dell'Euro anche sui vini - aggiunge Bruchi - ma non credo che i costi di produzione possano aver inciso in maniera così rilevante. Propendo piuttosto ad attribuire la causa della crescita consistente, a volte smisurata, dei prezzi allo scarso dialogo che c'è tra produzione e distribuzione all'interno della filiera vitivinicola". Il vino è ormai un prodotto di moda, la cui conoscenza è più diffusa che in passato, con una domanda in crescita anche tra fasce di consumatori esigenti e preparati. "Proprio così - conferma Bruchi -. Non cìè contesto nel quale il vino non sia esibito come piacere della vita e segno di distinzione. Ciò provoca un innalzamento della qualità del prodotto, fatto che è merito dei vitivinicoltori, ma anche dei prezzi al consumo che, invece, dipende da una mancanza di equilibrio di domanda e offerta e, a volte, di un eccesso di ricarichi dell'ultima arte della filiera, ovvero la distribuzione". Un allarme che comporta dei rischi, anche perché in tempi di stagnazione o crisi i consumi voluttuari, come il vino di alta qualità, possono subire degli shock. "Per questo occorrerebbe un confronto franco e aperto tra produttori e commercianti - consulte il direttore di Aprovito -. L'allarme è stato lanciato da Ezio Rivella alcuni mesi fa. Sono poche le bottiglie che in Italia possono permettersi di stare sul mercato a cifre superiori a 50 Euro e gli aumenti generalizzati e ingiustificati possono provocare disaffezione alle etichette nazionali, visto che gli stranieri incalzano a prezzi competitivi, o, addirittura al prodotto nel suo insieme".

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