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La Nazione

Vendemmia in ritardo, ma vino da record. Cresce il raccolto. Il Chianti Classico taglia le rese ... Tutti dicono che sarà una grande vendemmia. Appena ritardata rispetto ai tempi tradizionali ma soprattutto all’anno scorso, segnato dalla “grande” siccità e quindi da una maturazione estremamente precoce delle uve. Le precondizioni ci sono tutte. Basterà che nelle prossime tre-quattro settimane il tempo non si metta a fare i capricci - ovvero non arrivino piogge ad oltranza
e freddo improvviso ma soprattutto grandinate distruttive - per mettere nei tini un raccolto di grande livello. Più qualitativo che quantitativo. L’Ismea e l’Unione Italiana Vini prevedono per la Toscana un aumento del raccolto del 15 per cento … Conta soprattutto la qualità. E questa, facendo i debiti scongiuri, c’è. Come testimoniano decine di produttori, tecnici e super-enologi (Rivella, Ferrini e altri) tempestivamente intervistati da Winenews, una delle più autorevoli agenzie on line sul vino. Piuttosto ci saranno da scontare, nella prossima vendemmia ancor più che in passato, alcuni problemi con i quali, ormai, ci ritroviamo regolarmente a fare i conti. A cominciare dalla mancanza di braccia per la raccolta delle uve. Il grido d’allarme è stato nuovamente lanciato dai viticoltori e dalle loro associazioni nell'intento di avere risposte certe e definitive per l'intero settore, ma ancora una volta ognuno dovrà probabilmente trovare una propria soluzione. Non è questo, tuttavia, il problema principe del vino toscano. O, almeno, di una sua grandissima parte. Quasi tutti i produttori, infatti, si trovano a fare i conti con una crisi di mercato, interna ed estera, che ha ridotto drasticamente le vendite, con molti di essi (piccoli o piccolissimi) che addirittura non sapranno dove mettere il prossimo raccolto perché hanno le cantine piene di invenduto. Un fenomeno che va avanti e che, pur tenendo conto di qualche timido segnale di risveglio, pare destinato a proseguire … Nel frattempo - a riprova di una situazione di grande disagio - il Consorzio Chianti Classico ha adottato, per quanto di propria competenza e comunque in attesa di ratifica da parte della Regione, le prime contromisure decidendo di abbassare del 20% le rese della prossima vendemmia. Lo scopo di questo “sacrificio” - sottolinea Giuseppe Liberatore, direttore del Consorzio - è di riaffermare la qualità del prodotto attraverso la scelta delle uve migliori e di contribuire la riequilibrio del mercato
in una fase congiunturale difficile per tutto il comparto vitivinicolo italiano”. “Una scelta non facile - si ricorda - ma al tempo stessa coraggiosa e lungimirante”. (arretrato de "La Nazione" del 5 settembre 2004)

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