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La Nazione

Chianti - Chi soltanto conferisce le uve risente dei prezzi e della riduzione delle rese, ma al Consorzio del classico sono ottimisti per la redditività nei prossimi mesi. In sofferenza i piccoli agricoltori … Un gruppo di piccoli produttori, con una lettera che ha come prima firma Giorgio Pacciani, si sono rivolti al Consorzio Chianti Classico per lamentare il fatto che chi non imbottiglia quest’anno vede i prezzi a 70 euro al quintale, la più bassa quotazione italiana per una docg. Inoltre le uve bianche come malvasia e trebbiano non sono più incluse nella formula Ricasoli e pertanto restano incolte. Dicono questi agricoltori che non intendono accusare il Consorzio, ma chiedono di capire quali sono le strategie dal momento che vendere sottocosto è un sistema per affossare le aziende. Dal Chianti classico rispondono dicendo che solo la Camera di commercio di Siena ha fissato un prezzo medio di vendita per l’uva destinata al Chianti Classico: Firenze non lo ha fatto e qui i prezzi sono vicini ai 100 euro. Quando alle uve bianche il Consorzio ricorda che il cambiamento era noto dal 1999, con tutto il tempo per avviare le trasformazioni delle coltura, e comunque l’uso della bacca bianca è possibile fino alla vendemmia del 2005 inclusa, quindi non è mancato il tempo di fare i reinnesti e i reimpianti. Per il resto il consorzio ammette che il mercato vitivinicolo è in difficoltà e che le aziende che soffrono di più sono quelle che conferiscono le uve, anche se queste sono una piccola parte del Chianti Classico, dove chi produce imbottiglia anche. La riduzione delle rese del 20 per cento, sostengono infine al Consorzio, oggi può sembrare un elemento negativo, ma si vedrà nel giro di qualche mese che questa misura avrà permesso un recupero di redditività, grazie anche all’annata 2004 che si prevede abbondante, tanto da evitare operazioni speculative che potrebbero danneggiare il prodotto Chianti Classico sul mercato.

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