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La Nazione

"Il Brunello del secolo in una vendemmia di qualità eccezionale" ... Previsioni ottime per i grandi vini toscani... Sarà l’anno del Brunello. “Strepitoso, il classico Brunello del secolo”, azzarda Niccolò D’Afflitto, enologo capo della maison Frescobaldi, che a Montalcino ha la sua reggia a Castelgiocondo. “Paragonabile alle annate che hanno fatto epoca nel Novecento, dal ‘32 al ‘57, dal ‘64 ‘75”, rincara Stefano Cinelli Colombini, titolare della Fattoria dei Barbi, una delle più antiche nel piccolo paradiso del Sangiovese Grosso. E se va a mille il Sangiovese, l’uva più difficile (anche se il microcosmo di Montalcino resta sempre un caso a sé), allora vuol dire che l’annata è di quelle da segnare davvero sul calendario. Il Vigneto Toscana - 5 docg, 5 Igt e 36 doc più i prossimi arrivi, il Terratico di Bibbona e il Montecastelli nel Pisano - stapperà un grandissimo 2006. Gli enologi, attraverso la loro associazione, sono d’accordo: la Toscana produrrà più vino rispetto al 2005, quasi 3 milioni di ettolitri (per l’esattezza, 2,920) contro i poco più di 2 milioni e mezzo dell’anno passato. E sarà buono, dicono, migliore del 2004: la previsione è di una vendemmia buona/ottima. Di ottima qualità parla anche Roberto Bruchi, direttore di Aprovito, l’associazione dei produttori toscani, 3.200 aderenti per 360mila quintali d’uva.
Eppure c’era chi aveva paura. Il freddo di aprile durante le fioriture, la strappata di calore di luglio, l’estate infreddolita e inzuppata di agosto: c’era di che tremare, uve in ritardo nella maturazione, qualche grandinata che nel Chianti Classico, tra Radda e Gaiole, ha anche distrutto qualche filare. Ma poi si è rivisto l’anticiclone, si è risentito il caldo, “e ormai è andata, anche se questo fine settimana si prevede qualche perturbazione l’annata è fantastica”, si sente di annunciare Niccolò D’Afflitto. Più cauto Renzo Cotarella, direttore tecnico di Antinori, “annata fantastica si, ma se non piove per un mese e mezzo”. Divergenza che si spiega con una considerazione geografica: il fiore all’occhiello degli Antinori sta nel Chianti Classico, tra Solaia e Tignanello, dove invece i Frescobaldi non hanno vigne. E tutto si gioca sul Sangiovese, alle solite. Ma anche in casa Antinori regna l’ottimismo. Intanto però D’Afflitto ha dalla sua i primi riscontri sulla vendemmia già cominciata a Santa Maria, in Maremma, dove la Frescobaldi sta per aprire la nuova cantina – un “giocattolo” da 10mila quintali l’anno, insomma 7mila ettolitri di vino - disegnata da un big dell’architettura, quel Piero Sartogo che aveva già firmato il “castello” di Badia a Coltibuono, a Monti in Chianti. E da Santa Maria le notizie che rimbalzano sono appunto ottime, “qualità eccellente”. Opinione condivisa anche in altri “sancta sanctorum” del vino toscano. “Meglio del 2005, e addirittura superiore al 2004, con aromi stupendi”, prevede Leonardo Raspini, direttore generale e agronomo della Tenuta dell’Ornellaia a Castagneto Carducci. Lì, a due passi, nasce un altro dei vini cult italiani, il Sassicaia , Cabernet, franc e sauvignon: ancora campane a festa, anche se la maturazione non è proprio finita. “Siamo entusiasti della produzione”, fa sapere dal Valdarno Antonio Moretti, il “padre” di quell’Oreno della Tenuta Setteponti che Wine Spectator ha inserito nella top ten di quest’anno.
Tutto cos’ fantastico dunque? D’Afflitto mette le mani avanti semmai sui merlot, “come nel 2003 si rischiano vini troppo zuccherosi e sciropposi, tipo marmellatone. Chi non ha irrigato a luglio, ne soffrirà”. E poi avverte: “Abbiamo l’occasione per fare vini di eleganza superba, quest’anno. Ma stiamo accorti. Vinificazioni più brevi, 27 giorni anziché 35, e 2 brevi rimontaggi giorno anziché 5. Insomma, più buccia e meno vinacciolo. E la Toscana tornerà super”.

E il Vermentino sarà strepitoso
La Spezia – I Monorath, i trenini delle vigne che superano pendenze da camosci, sono pronti. Qualche giorno e le Cinque Terre cominceranno la vendemmia. Con previsioni ottime, sotto l’aspetto di una qualità che le piogge di agosto hanno riequilibrato regalando succo e dimensioni alle uve, soprattutto al Vermentino che si annuncia strepitoso. In quantità, si calcola - dice l’agronomo Fabrizio Batti, responsabile dell’Ufficio agricoltura della Camera di commercio spezina - di superare i 7.500 quintali di uve, dei quali 2.500 saranno quelli prodotti dalla Cooperativa Agricola Cinque Tetre, che riunisce i 500 viticoltori: daranno 1.500 quintali di albarola, bosco e vermentino, quelle che, appassite, vanno a formare anche il leggendario sciacchetrà. Una vendemmia buona “nonostante i danni causati da cinghiali e siccità”, dice Matteo Bonanini, presidente della Cooperativa. Dalla rinnovata cantina usciranno i vini con le etichette firmate dai pittori Mazullo, Benedetti e Birilli. Buone notizie anche da Levanto e dai Colli di Luni, dove il vermentino è schizzato in dieci anni dai 1.200 ai 5mila ettolitri.
(arretrato de La Nazione del 10 settembre 2006)


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