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La Nazione

Ecco la vigna hi-tech. La coltiva il computer e risponde al cellulare

Una vigna monitorata dai sensori. Una rete di microchip che comunicano con sistema wireless all’accesso remoto di un terminale per controllare ventiquattro ore su ventiquattro mutamenti di colore, variazioni dell’umidità dell’aria e del suolo, stress idrico e parametri di crescita della pianta e del frutto. La prima vigna hi-tech è in costruzione nella tenuta Poggio Gagliardo di Montescudaio grazie ad una collaborazione tra l’azienda agricola, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, programmatori della Sinapsis di Livorno e Modulgraff di Castelfranco di Sotto, leader nell’etichetta da bottiglia. «Innovazione e ricerca della qualità sono ormai due concerti inseparabili — spiega Barbara Mazzolai della Sant’Anna — Nel mondo del vino le ultime tecnologie sono il “segreto” per garantirci il top nella qualità e la sicurezza nella tracciabilità: avere su un terminale la situazione aggiornata del vitigno consente di intervenire in caso di rischi per il raccolto.
Le variazioni di determinati parametri sono il campanello d’allarme, ad esempio, di alcuni fanghi patogeni pericolosi; i valori dello stress idrico, la temperatura del terreno, i cambiamenti di colore possono essere segnali negativi: esserne a conoscenza mette in grado l’agricoltore di attivare i rimedi». L’operazione non si ferma alla realizzazione del «Grande Fratello» nel vigneto, ma porta con sé un altro progetto di cui esiste già il prototipo: l’etichetta da bottiglia collegata al telefonino realizzata da Modulgraff di Daniele Barontini. Si tratta di un etichetta che contiene una microantenna pieghevole che si connette automaticamente ai cellulari: basterà avvicinare il telefonino e la bottiglia si lascerà interrogare, racconterà tutto di sé, della storia del vino e della vigna, dei metodi con cui è stato realizzato il prodotto. Il sistema mediante cellulare ha un ulteriore sviluppo che riguarda invece i produttori: la possibilità di collegamento con i sensori delle viti. Lontano dai campi potranno «telefonare» al vitigno per sapere se tutto va bene.
(arretrato de La Nazione del 3 dicembre 2006)

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