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La Nazione

Giacomo Tachis rivela i segreti del miracolo dei vini di Maremma ... Tradizione. L’inventore del Sassicaia sostiene il valore della semplicità... È stato il creatore di vini come il Sassicaia, il Tignanello o il Solaia. Ma anche uno dei primi a credere che la Maremma potesse generare vini d’eccellenza. Giacomo Tachis, l’enologo padre dei Supertuscan è stato l’ospite d’eccezione del convegno «Vini di Maremma di ieri e di oggi» organizzato da Azimut, la società di promozione finanziaria che da tempo ha aperto la sua sede in piazza della Signoria, a Firenze, agli eventi artistici e culturali. Insieme a lui, coordinati dal vice direttore del Tg 2 Marcello Masi, il dirigente di Azimut Ubaldo Bocci, il professor Zeffiro Ciuffolotti, docente di storia medioevale all’Università di Firenze e l’amministratore delegato dell’Azienda regionale di Alberese, Moreno Periccioli.
Un’occasione per fare il punto sulla storia della Maremma, sulla necessità di scommettere sulle tipicità locali e non solo sugli altalenanti flussi turistici, ma anche per ripercorrere il recente bilancio dell’Azienda regionale di Alberese. Ma soprattutto il convegno è stato un’opportunità per ascoltare l’enologo Giacomo Tachis e per capire i motivi che lo hanno portato a sposare l’avventura di Alberese, a credere nella Maremma e nei suoi vini.
«In Maremma - ha detto Giacomo Tachis - ci sono tutti gli ingredienti giusti per creare un ottimo vino. Le condizioni climatiche sono simili a quelle di un’isola, con la luce, il sole e la terra adatti alla vite. Per questo si riesce a produrre un vino grosso, di ottima struttura. Negli stessi boschi della Maremma nascono e crescono, spontaneamente, alcune viti di Sangiovese». E’ anche una ricerca di spontaneità e veridicità quella che ha portato Tachis in Maremma. «Nel Chianti - dice - prevale ormai spesso la ricerca della bottiglia importante, dimenticando che, a volte, le cose migliori sono quelle più semplici».
(arretrato de La Nazione del 17 dicembre 2006) 

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