02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

La Nazione

Arriva l’energia Docg, che non inquina ... Trenta impianti produrranno 53 megawatt elettrici e 20 termici per aziende agricole... Vera energia Docg. E’ il nuovo prodotto che l’agricoltura si prepara a mettere sul mercato. Più pulita e rispettosa dell’ambiente, ricavata da fonti rinnovabili - cioè sole, biogas, olio vegetale e biomasse agroforestali -, destinata all’autoconsumo aziendale e alla vendita, a salvare e valorizzare alcune coltivazioni e ad accrescere l’occupazione, questa energia sarà "microgenerata" da trenta impianti in Italia che produrranno 53 megawatt elettrici e 20 termici. L’investimento stimato è di 180 milioni di euro. Le aziende faranno la loro parte con il concorso del ministero per le Risorse agricole. Il progetto, presentato di recente alla presenza del ministro De Castro, è di Confagricoltura che ha costituito anche un’apposita società di trading, Agroenergia, per commercializzare l’energia e il calore prodotto. Ben sei di queste aziende-pilota sono toscane: l’Anqua di Siena di Andrea d’Elci, peraltro presidente di Agroenergia; il Cicalino di Massa Marittima di Federico Vecchioni, presidente di Confagricoltura; la Biogasmerse di Alessandro Cinughi; la Castello Banfi, la celebre azienda del Brunello; la Col d’Orcia dei Cinzano; la Caparzo-Altesino, sempre di Montalcino. Il nome e il peso di queste aziende, fra le più strutturate della regione, che faranno da apripista, dimostrano che non si tratta di un’avventura pioneristica e dai contorni incerti.
D’altronde la fame sempre crescente di energia e il lievitare costante dei relativi prezzi da un lato, la presenza di una tecnologia nota e consolidata per la microgenerazione dall’altro, lasciano pensare a un progetto ben meditato e a un business di sicuro interesse. Andrea d’Elci snocciola conti e considerazioni a raffica. Con il contributo in conto interessi del ministero e l’incasso dei certificati verdi, laddove previsto, l’investimento è comunque redditizio, a patto che l’impianto, la "macchina" la chiama lui, lavori fra le 7 e le 8mila ore all’anno. Più che di impianto si dovrebbe parlare di impianti. Perché ogni azienda sceglierà quello più confacente alle proprie caratteristiche e soprattutto alla materia prima a disposizione. Sì perché si può produrre energia e calore, in maniera più o meno efficace, col biogas, cioè sfruttando soprattutto i reflui degli allevamenti intensivi; con le biomasse legnose, ovvero usando gli scarti e le apposite coltivazioni legnose, tipo pioppete; con la gassificazione, sempre partendo da colture erbacee o arboree; con l’olio vegetale ottenuto da coltivazioni di colza, girasole, mais, lino, canapa e altro. Eppoi, naturalmente, si può ottenere energia dal vento e soprattutto dal sole. Ed è proprio il sole il principale motore scelto in Toscana. Sì perché l’Anqua è pronta a realizzare un "campo" di… fotovoltaico, i pannelli che usano il calore del sole per produrre calore ed energia. «Ai primi di marzo - dice Andrea d’Elci - presenterò la domanda alla provincia». E aggiunge che probabilmente affiancherà a questo impianto un altro basato sulla gassificazione partendo dal cippato.
Esattamente come dovrebbe fare Castello Banfi: fotovoltaico più gassificazione a base di potature delle viti. Caparzo e il Cicalino dovrebbero realizzare, anch’essi, impianti fotovoltaici, mentre Biogasmerse sfrutterà invece i liquami e i reflui di una serie di allevamenti per produrre appunto biogas da tradurre in energia. In ogni caso il gioco varrà la candela, anche se l’investimento necessario non è proprio lieve. Per la sua "macchina" di gassificazione Andrea d’Elci prevede una spesa di 600mila euro, ma addirittura 5 milioni per realizzare il campo fotovoltaico. A trarne vantaggio, oltre ovviamente all’imprenditore, che non lavora certo per…riscaldarsi, sarà comunque anche l’ambiente. Il bilancio delle emissioni è infatti pari a zero e le fonti sono tutte rinnovabili. Appunto un’energia Docg.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su