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La Nazione

Una balena tra le vigne del Brunello ... Affiorate dall’argilla vertebre di un cetaceo di 5 milioni di anni fa... Che la terra in questo angolo di Toscana desse frutti preziosi è cosa ormai nota, frutti destinati a durare nel tempo per la loro tipologia come gli ormai celebri vini. E forse non è davvero un caso se proprio ieri, nella giornata inaugurale di “Benvenuto Brunello”, è stata resa nota la notizia del ritrovamento di una balena fossile. Il cetaceo è stato trovato sotto una cresta di argilla nei terreni di proprietà dell’azienda Banfi, fra Sant’Angelo Scalo e il castello di Poggio alle Mura, uno degli scorci più suggestivi di tutta la zona di Montalcino, dominato dal turrito maniero in cui si racconta di aver visto anche il classico fantasma.
La scoperta è l’ultimo fiore all’occhiello nella più che ventennale attività del Gamps, il Gruppo Avis Mineralogia Paleontologia Scandicci, non nuovo a scoperte del genere. La balena di Montalcino (probabilmente un misticeto) risale a 5 milioni di anni fa. «E’ il fossile di balena più antico mai trovato in Toscana - dice l’autore della scoperta, Simone Casati, che ha fatto il ritrovamento insieme e Franco Gasparri -. Fino a oggi, la più antica era quella di Montaione, datata 4.4 milioni di anni. Per il momento affiorano 16 vertebre della parte posteriore dell'animale, e lo stato di conservazione è ottimo». Le vertebre, spiega il paleontologo, sono in connessione anatomica, cioè sono ancora allineate come al momento della morte dell’animale, e sono depositate in direzione della gabbia toracica. Il fossile prosegue all’interno di una gobba argillosa, e ci sono grosse probabilità che lì sia ancora localizzata gran parte dello scheletro. «L’azienda Banfi - prosegue Casati - non frappone ostacoli, anzi sta collaborando attivamente al recupero. E poi mi preme ringraziare i funzionari della Soprintendenza archeologica della Toscana che si sono subito mobilitati (di sabato e domenica) a proteggere il sito e avvisare tutte le parti in causa e il paleontologo della nostra associazione Marco Zanaga. Per il Gamps non è la prima scoperta, ma una delle tante effettuate nel corso degli anni come il delfino di Pienza, la balena di Castelfiorentino e quella di Allegrona.
«Si tratta - continua Casati - di un’ulteriore testimonianza che in queste zone nel primo Pliocene c’era il mare. Probabilmente non era un fondale profondissimo, potremmo ipotizzare circa una ventina di metri, ma ricco di fauna marina, non è raro infatti trovare anche denti di squalo e frammenti di altri vertebrati. Noi eseguiamo periodicamente sopralluoghi in zone interessanti come questa, per vedere se l’acqua piovana porta alla luce tracce importanti. E proprio in questi giorni, durante una ricognizione in questo sito ho notato un frammento di poco più di un centimetro che sembrava proprio appartenere ad una vertebra Allargando con cautela la zona, la vertebra è realmente venuta fuori. Allora abbiamo deciso di ampliare la zona di indagine e ne abbiamo trovate altre. Non c’erano veramente più dubbi, e ci siamo attivati per mettere in moro la procedura per far proteggere la zona ed ottenere l’autorizzazione allo scavo. Abbiamo trovato, come ho già detto, la massima disponibilità sia da parte dell’azienda proprietaria del terreno che delle autorità competenti».
Lo scavo è stato affidato ai volontari del Gamps, sotto la supervisione da parte della Soprintendenza, di Menotti Mazzini (ex Conservatore del Museo di Storia Naturale) e di Michelangelo Bisconti. Si tratta di un ritrovamento eccezionale, di quelli che stuzzicano la voglia di scoperta degli appassionati che a Montalcino da anni trovano terreno fertile, come già accaduto nel caso dell’insediamento etrusco sulla Civitella. È comunque frequente trovare in molte zone di questo territorio conchiglie fossili di varie forme e dimensioni, chissà se con un monitoraggio puntuale non si riesca a trovare qualcosa che dia ulteriore spinta alle ricerche storiche in una zona che di pagine importanti ne ha già scritte parecchie.

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