La Nazione

Bruna Baroncini, la signora del vino fa poker di Docg ... Bruna Baroncini è un caso unico, almeno nel panorama vinicolo toscano: con le sue Terre Vitate è la sola a vantare aziende e vini in quattro realtà Docg. E’ una vera self made woman, immagine della passione per il vino al femminile. Ha percorso velocemente, forte anche dell’intesa familiare, il cammino delle generazioni che da secoli producono vini. Adesso con l’azienda Casuccio Tarletti, decine di ettari ad alta produttività, ha conquistato anche il Chianti Classico. “No aggiunto - racconta - il tassello che mancava a Terre Vitate per completare, con Brunello di Montalcino, Vino Nobile di Montepulciano, Vernaccia, il mosaico delle Docg senesi”. E’ partita dalle Cantine Baroncini a San Gimignano, eredità di babbo Jaures. “Il nostro cammino nelle Docg - ricorda Bruna Baroncini - dopo la Vernaccia di San Gimignano a Sovestro è andato avanti con il Nobile di Montepulciano nella Tenuta Il Faggeto, per poi raggiungere il territorio del Brunello nella Tenuta Poggio Il Castellare”.
La vicenda si arricchisce di altri particolari: il Morellino di Scansano. Il nuovo Millennio ha segnato una svolta. Bruna ha impiantato le sue vigne pure in Georgia, alle pendici del Caucaso dove produce il Chirsa Cabernet Saperavi. E’ ritornata in Toscana, a Querciarossa, Magliano nel grossetano. E’ stato Bacco non Cupido a colpire: un matrimonio di vino e cantina con un enologo di Bordeaux. Ha lanciato un vino italo francese: i vitigni sono di questa azienda, per la vinificazione ha prevalso la mente francese. Adesso la sua storia è più interessante con Casuccio Tarletti che, con il Gallo Nero, ha aggiunto il biglietto da visita della tradizione vinicola toscana. Ora pensa anche a Carmignano che le consentirà di completare il mosaico anche delle Docg toscane. Per adesso sarà al Vinitaly, padiglione Toscana.