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La Nazione

“Salviamo le nostre Igt” ... L’accusa: la politica europea va contro la qualità. Viticoltura regionale in allarme... La Toscana del vino attende il 4 luglio. Non certo per festeggiare l’indipendenza americana, semmai per conoscere il contenuto nella nuova proposta di Ocm vino, l’Organizzazione comune di mercato che governa le politiche del settore a livello Ue, elaborata a Bruxelles e che verrà presentata quel giorno a Roma.
Le indicazioni dei mesi scorsi non sono piaciute e c’è da verificare se siano state accolte le richieste di modifica, fra cui quelle della Regione Toscana, e in che misura. “Abbiamo chiesto - spiega l’assessore regionale all’agricoltura Susanna Cenni - di non fare dell’estirpazione di 400mila ettari di vigneti l’asse centrale della riforma. Le risorse stimate per questa operazione (2,4 miliardi di euro) potrebbero essere destinate meglio a iniziative di comunicazione e promozione sui mercati. Fare una scelta di questo tipo darebbe alla viticoltura europea forti opportunità di rilancio e trasformerebbe una Ocm sin qui di difesa, in una Ocm di attacco. Inoltre ci aspettiamo una semplificazione della normativa del settore, per facilitare la vita degli agricoltori”.
Confagricoltura Toscana ha inviato a giunta e consiglio regionali un ordine del giorno affinché si “attui ogni azione utile a evitare l’applicazione di una riforma in grado di compromettere la tenuta economica, sociale e ambientale del sistema vitivinicolo regionale”.
“La proposta vuole smantellare il sistema vino fondato su denominazioni e Igt - commenta Marco Mentessi, direttore di Confagricoltura - e liberalizzare i diritti di reimpianto, che fino ad oggi sono stati pagati fior di quattrini soprattutto nelle zone più vocate, finendo così per azzerare il loro valore. Le misure che abbassano il livello di protezione delle nostre denominazioni hanno come conseguenza la svalutazione dei territori”. Perplesso anche il presidente del Consorzio del vino Nobile, Luca Gattavecchi: “A Montepulciano non possiamo permettere l’estirpazione di vigneti storici - precisa - che sono non solo quelli su cui abbiamo basato l’alto profilo qualitativo dei nostri prodotti, ma anche il valore paesaggistico del territorio”.
“Un aspetto che va contro le nostre linee produttive - dice Gattavecchi - che in questi anni hanno mirato a una produzione di qualità a scapito della quantità”.
Il 27 giugno a Roma Confagricoltura presenterà i risultati di uno studio dell’Università di Napoli sulle ipotesi di revisione della proposta di riforma dell’Ocm vino, presenti il presidente Federico Vecchioni e il ministro Paolo De Castro. “Regole precise e controlli, ma anche più flessibilità e meno burocrazia anticipa Filippo Mazzei che sarà relatore al convegno - perché i Paesi del Mediterraneo devono far fronte comune contro chi non ha interessi nel vino. Questa Ocm premia le quantità e consente a industriale di basso livello di mettere in crisi tutto il processo culturale della nostra enologia”.

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