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La Nazione

Vini da favola sull’esempio dei bresciani ... In principio fu il Sassicaia, ma Bolghereaux è più a nord, è un’altra terra, è un altro pianeta. Poi anche la Vai di Cornia si scoprì terra da vino. Differente: qui, anche se davvero i chilometri di distanza sono pochi, per dirne solo una il sangiovese viene decisamente meglio. Nel terreno c’è meno sabbia, e magari conta anche il vento, che ha sbocchi differenti. E comunque, anche qui il top sono i rossi.
Ma per crederci, fu necessario lo sbarco dei bresciani. Arrivò Vittorio Moretti, re del tondino e re delle Bollicine, in Etanciacorta: e fu Petra, la splendida fattoria appoggiata sulla collina come un antico tempio maya dalla firma di Mario Botta, prima di poggiare l’occhio anche sulla Badiola, a Castiglion della Pescaia. Ma poi arrivarono anche i Fratelli Muratori, altra storia, gruppo tessile, e comunque ancora bollicine in Franciacorta, e la terra di Suvereto al centro di un “arcipelago” che ha isole anche in Campania, e a Ischia.
Però c’era anche altra stoffa, in Vai di Cornia. E ne son venute su aziende più piccole ma altrettanto interessanti, ecco Gualdo del Re, ecco la Bulichella. Ecco Tua Rita, dove si produce un merlot che è ormai leggenda: il Redigaffi, introvabile come un diamante.

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