Se oggi la cultura del vino è molto più diffusa ed evoluta che in passato, gran parte del merito è loro: dei sommelier e delle loro associazioni. Obiettivi comuni a tutte le scuole e organizzazioni di sommelier ed assaggiatori sono sempre stati, infatti, la diffusione della cultura del vino e del cibo attraverso percorsi formativi di altissimo livello, l’organizzazione di eventi a carattere nazionale ed internazionale per far conoscere e approfondire tutti gli aspetti e i settori di questo mondo: dalla produzione alla degustazione, dal servizio all’abbinamento con il cibo, dai vitigni autoctoni da riscoprire alle nuove tendenze nel bicchiere.
Con la pandemia, mancando per molto tempo le attività in presenza, le varie associazioni hanno dovuto rivedere tutte le loro proposte e le modalità di formazione. Tuttavia diverse sono state le loro reazioni: c’è chi nonostante le difficoltà del momento ha deciso di investire ampliando le proprie location per avere maggiori spazi, chi ha deciso di qualificare ancora di più l’offerta formativa riuscendo ad allargare il proprio pubblico scavalcando i confini nazionali, o chi non ne ha proprio voluto sapere di fare attività on line. Per capire ancora meglio i vari percorsi intrapresi, le conseguenze che ci sono state e quali sono le prospettive nel prossimo autunno ancora così incerto, abbiamo parlato coi vertici delle maggiori associazioni di sommellerie italiane, da Associazione Italiana Sommelier (Ais) alla Fondazione Italiana Sommelier (Fis), da Onav-Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino, a Fisar - Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori.
Come spiega Antonello Maietta, presidente Ais - Associazione Italiana Sommelier, “l’Ais non si è mai fermata, anzi in piena pandemia ha deciso di investire in una nuova sede a Milano, che diventerà una sorta di hub - di prossima apertura - dell’enogastronomia, con aule ampie, cucina, bar, in cui i corsisti potranno assistere alle lezioni in sicurezza e sperimentare dal vivo ciò che apprenderanno in aula . Tengo a sottolineare - continua Maietta - che, grazie ad un regolamento interno all’Ais, i docenti e tutto il personale sarà vaccinato per trasmettere un maggior senso di fiducia e responsabilità anche verso i nuovi associati”.
La voglia di trovare nuovi stimoli per i soci è stata sottolineata anche da Francesco Iacono, direttore Onav (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino): “una minima parte dei nostri soci ha rifiutato le attività on line, mentre la maggior parte ha accolto, con molto entusiasmo, i webinar, poiché abbiamo puntato ad aumentare il livello della nostra offerta didattica, iniziando collaborazioni con le Università di Torino, Milano, Piacenza, creando ad esempio il ciclo di lezioni “La scienza ti racconta”. Forti del successo ottenuto - afferma Iacono - abbiamo deciso di continuare ad investire oltre che nelle lezioni in presenza nelle location Onav sparse sul territorio nazionale, soprattutto nella formazione on line - avendo avuto la possibilità di raggiungere più iscritti in Italia e non solo, offrendo corsi anche ad italiani appassionati di vino ma residenti all’esterno”.
“I corsi on line hanno dato l’opportunità di investire su progetti di ampio respiro internazionale grazie alle collaborazioni con Università del Sud America” - sottolinea anche Luigi Terzago, presidente Fisar (Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori): “dopo 24 ore dalla comunicazione della chiusura di tutte le attività il 9 marzo 2020 - prosegue Terzago - la Fisar era già pronta a garantire i corsi on line ai suoi associati e dato il successo, nonostante la riattivazione dei corsi in presenza, continueremo anche con l’on line per rivolgersi ad una fetta di appassionati che per vari motivi non potrebbero partecipare a lezioni frontali”.
Una voce fuori dal coro è, invece, quella di Franco Ricci, presidente della Fondazione Italiana Sommelier (Fis), fermamente contrario all’attivazione di corsi on line: “nel 2020 abbiamo potuto attrezzare le sale della sede nel Rome Cavalieri Waldorf Astoria Hotels & Resorts in modo da poter accogliere 400/450 persone al giorno (compreso il sabato)”. Con tutte queste nuove limitazioni - continua il presidente Franco Ricci - vedo un futuro peggiore. Noi ci rivolgiamo ad un pubblico molto giovane e l’obbligo del Green Pass sarà decisamente penalizzante” .
La voglia di conoscere e apprendere la cultura del vino sia in presenza che on line è supportata anche dai numeri, che, nel complesso, comunque tengono. L’Ais, alla fine 2019, contava 40.000 iscritti; oggi sono intorno ai 37.000 ma il presidente Maietta è convinto di ritornare alla cifra pre-pandemia entro anno. Lo stesso ottimismo è condiviso dal presidente Fisar Terzago che, pur avendo avuto un calo di iscrizioni in pandemia, prevede di chiudere il 2021 intorno ai 13.000, con un +5%. Un trend positivo del +7% dei tesserati sulle previsioni è stato registrato anche da Onav (che, per policy interna, non comunica il numero totale degli associati, ndr), come sostiene il direttore Iacono. Calo importante, invece, per le limitazioni anti contagio e per la scelta di non fare i corsi on line, quello previsto dalla Fondazione Italiana Sommelier (Fis): a fronte dei quasi 23.000 iscritti nel 2021, il presidente Ricci ne prevede solo 7.000 nel 2022.
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