Mentre la protesta degli agricoltori sta diventando un fenomeno mondiale, con le notizie che ora arrivano anche dall’India, dove la Polizia ha usato lacrimogeni ed eseguito decine di arresti fermando gli agricoltori in marca verso Nuova Deli, per protestare contro i cosiddetti Prezzi Minimi di Sostegno (Msp), ossia le tariffe prestabilite alle quali il Governo Federale acquista i prodotti dagli agricoltori, e che servono a proteggere l’attività di questi ultimi dalle fluttuazioni del mercato, ritenute non più sostenibili dai produttori, in Italia, dopo il caos dei giorni scorsi, le cose si fanno sempre più delineate.
Da un lato, il Governo, che, intanto, a riaperto all’esenzione dal pagamento dell’Irpef sui redditi agricoli (per molti ma non per tutti, ndr) come interlocutore privilegiato ha scelto il Comitato “Riscatto Agricolo”, incontrato anche ieri dai vertici del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, guidato da Francesco Lollobrigida. Azione contestata dall’altra anima della protesta, quella del Cra - Agricoltori Traditi, guidati da Danilo Calvani, che usando toni sempre più accesi parla di “sistema corrotto gestito da sindacati agricoli”, con un continuo “j’accuse”, in particolare alla Coldiretti, e contesta apertamente il Governo, e conferma la sua manifestazione prevista a Roma per il 15 febbraio, al Circo Massimo, dove, secondo gli organizzatori, ci saranno almeno 20.000 agricoltori.
Intanto, a dare conto dell’incontro di ieri con Riscatto Agricolo, è il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Patrizio La Pietra. “Quando nessuno difendeva gli agricoltori noi eravamo al loro fianco, nelle piazze italiane come nelle aule del Parlamento europeo. Ora che siamo forza di governo difendiamo con la stessa convinzione il mondo agricolo e insieme al ministro Lollobrigida lo abbiamo ribadito, incontrando le rappresentanze di Riscatto Agricolo. Una vicinanza che passa attraverso azioni concrete e risposte chiare ai punti sui quali ci siamo confrontati al Ministero, a partire proprio dalla difesa degli agricoltori in Europa. Dopo anni di scelte appiattite su logiche di pseudo ambientalismo radicale, che hanno causato danni incalcolabili al mondo agricolo europeo - dice La Pietra - vogliamo cambiare la politica comunitaria e vogliamo farlo in perfetta sinergia con chi nei campi ci vive e lavora. Per primi in Europa abbiamo vietato il cibo coltivato perché crediamo che prima degli interessi delle grandi lobbies alimentari venga il diritto dei cittadini a vedersi garantita un’alimentazione sana. Ora sono 19 i Paesi che ci stanno seguendo in questa scelta, a riprova che a Bruxelles, finalmente, si stanno rendendo conto dei danni fatti in ogni settore dell’agricoltura. È il momento di fare un cambio di passo sulla politica agricola comunitaria semplificando l’erogazione degli aiuti, scongiurando tagli finanziari, dicendo basta alla vergogna degli aiuti per non produrre. Siamo con gli agricoltori italiani nella scelta di contenere, per quanto possibile rispetto alle decisioni prese dall’Europa prima dell’avvento del governo Meloni, la diffusione della farina di insetti, tramite etichettature chiare e scaffali separati. Una chiarezza che ci è stata richiesta dagli agricoltori anche nell’applicare un rigoroso divieto di vendita dei prodotti agricoli sotto i costi di produzione, assicurando allo stesso tempo un riconoscimento del giusto prezzo per gli agricoltori. Per rendere efficace la misura prevista nel decreto legislativo contro le pratiche sleali abbiamo assicurato che il Governo rafforzerà i controlli dell’Autorità di Contrasto (Icqrf), così come rafforzeremo il ruolo di Ismea nell’individuazione, mensile, del prezzo medio dei prodotti agricoli e dei costi medi di produzione delle principali filiere. Sull’Irpef deve valere un concetto chiaro ed equo: no a un’esenzione generalizzata che riguardi anche le grandi imprese e sì a venire incontro agli agricoltori con redditi più bassi, limitando l’esenzione Irpef ai redditi agrari e domenicali che non eccedono l’importo di 10.000 euro. La maggioranza degli agricoltori ne beneficerà.
I rappresentanti degli agricoltori hanno trovato ampia disponibilità anche nella lotta alla concorrenza sleale attuata da Paesi terzi che non rispettano gli standard sanitari, la tracciabilità e le norme sull’origine. Sembrerebbe un atto dovuto, ma veniamo da anni in cui agli agricoltori europei si rendeva la vita impossibile con mille adempimenti e vincoli, mentre si chiudeva non uno, ma tutti e due gli occhi rispetto alle importazioni extraeuropee. I risultati di queste politiche scellerate sono ora sotto gli occhi di tutti.
Sul sostegno al credito dobbiamo tornare agli anni in cui una banca non si sognava di negarlo perché sapeva che il contadino era il cliente più affidabile al mondo. Per il 2024 sono disponibili 80 milioni di euro per le operazioni di credito agrario, ma nel tempo Ismea verrà potenziata e sarà sempre più una valida garanzia per l’agricoltore che si rivolgerà agli istituti bancari. Per far fronte alle emergenze in agricoltura il Governo ha stanziato con la legge di bilancio 300 milioni di euro per il prossimo triennio. Nelle prossime settimane il Governo aprirà un confronto con le Regioni e le organizzazioni agricole per individuare le filiere cui destinare i primi interventi di sostegno, ma come giustamente evidenziato dagli agricoltori bisogna anche lavorare a una organica riforma del sistema assicurativo, così da abbassare i costi delle polizze assicurative per gli agricoltori, ampliare la platea degli assicurati e sostenere gli agricoltori contro i rischi catastrofali. Massima comunione di intenti tra Governo e agricoltori anche nella volontà di sostenere le filiere al 100% italiane, così come fatto nell’aiuto alle famiglie in difficoltà nella legge di Bilancio sono stati stanziati 650 milioni di euro, per acquisto di cibo da Agea per i pacchi alimentari e per la carta Dedicata a te. Il Governo intende rafforzare il vincolo di origine 100% italiana delle produzioni, come aiuto diretto alla filiera agroalimentare nazionale. Ci è stato chiesto di rendere sempre più costante l’interlocuzione tra governo e agricoltori e anche su questo punto nessuna preclusione, come dimostra l’istituzione di un Tavolo di coordinamento per il lavoro in agricoltura, nel quale ministeri, sindacati e organizzazioni potranno confrontarsi su costi del lavoro, reperimento della manodopera, gestione dei flussi, formazione e semplificazione. Sul versante della gestione della fauna selvatica, dopo decenni di diktat impartiti dagli animalisti più radicali, visti i danni e gli squilibri prodotti, il governo ha elaborato il piano straordinario di contenimento e gestione della fauna selvatica finalizzato a ridurre drasticamente i danni per l’agricoltura derivanti dalla proliferazione incontrollata degli ungulati, ma su questo punto occorre una forte collaborazione da parte delle Regioni, sul cui operato vigileremo affinché, nell’ambito delle proprie competenze, attuino gli obiettivi del Piano, accelerandone l’attuazione, ha detto tra le altre cose La Pietra. Che ha concluso: “nel congedare i rappresentanti di Riscatto Agricolo, ho fatte mie le parole del Ministro Lollobrigida che, in più occasioni, ha sintetizzato la posizione del Governo Meloni, in maniera chiara e netta: questo Ministero era e tornerà ad essere il principale Ministero italiano. Questo luogo è di passaggio per i Ministri e Sottosegretari, ma rimarrà sempre la casa degli agricoltori. Infine sulla richiesta di un tavolo di confronto voglio ribadire che è nel nostro dna l’ascolto e il confronto, che abbiamo attuato fin dall’inizio del nostro mandato, ascoltando chiunque avesse proposte di buon senso. Per questo le porte del Ministero sono e saranno aperte a tutti, sindacati, imprese, organizzazioni, vedi il caso di Riscatto Agricolo, che, come noi, tengono al futuro dell’agricoltura, perché difendendola difendiamo anche il nostro futuro”.
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