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La Repubblica

Bollicine di capodanno per ogni gusto e tasca ... Dai grandi classici come Riserva del Fondatore Ferrari e Dosage Zéro Ca’ del Bosco agli spumanti d’Alta Langa e d’Oltrepò, senza rinunciare a un Lambrusco ancestrale... La tavola apparecchiata con cura, il menu ormai pronto e le persone care riunite intorno a voi. Manca solo il vino: a casa o al ristorante, la selezione delle bottiglie giuste per brindare all’arrivo del 2023 può fare la differenza. Ecco qualche consiglio per una scelta azzeccata, giocando tra classicità e innovazione, senza scordare il portafogli. Se state pensando a uno spumante italiano, sappiate che sarete in buona compagnia: durante le festività, nel nostro Paese verranno stappate quasi 80 milioni di bottiglie prodotte in Italia, mentre all’estero saranno circa 200 milioni. I consumatori premiano sempre di più la versatilità di gamma delle bollitine Made in Italy, protagoniste indiscusse delle festività natalizie con vini puliti, equilibrati, eleganti e gastronomici. Ma andiamo sul pratico, cercando l’etichetta giusta per ogni tipo di Capodanno con l’aiuto di Armin Causevic, sommelier 33enne della Locanda del Sant’Uffizio Enrico Bartolini di Cioccaro di Penango, il locale sulle colline del Monferrato astigiano su cui si è da poco accesa la seconda stella Michelin. “Se per la notte di San Silvestro state pensando a un cenone tra amici, il mio consiglio è di guardare al Piemonte e portare in tavola un Alta Langa Pianbè 2017 della cantina Pianbellodi Loazzolo. Un metodo classico di grande eleganza e freschezza, che ha solo un difetto: mentre lo assaggi, già pensi di aprirne un altro, tanta è la sua piacevolezza. E la bottiglia ideale per una tavolata spensierata e rumorosa, che ha voglia di divertirsi”. Altra situazione: voglio fare bella figura e portare a casa di amici o parenti una bottiglia importante, ma senza giocarmi tutta la tredicesima. “In questo caso, puntereí su un classico garantito come il Franciacorta Annam aria Clementi Dosage Zéro di Ca’ del Bosco o il Trentodoc Giulio Ferrari Riserva del Fondatore, due etichette simbolo che hanno imposto in tutto il mondo lo stile italiano di fare bollitine”. Il primo è un blend di Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero proveniente da 15 vigne biologiche certificate, il secondo è uno Chardonnay in purezza che trascorre oltre 10 anni su lieviti, entrambi sono grandi Riserve capaci di vincere la sfida del tempo. E se cercassimo la bottiglia giusta da tenere in tavola dall’antipasto al brindisi di mezzanotte? “Suggerirei un 1865, l’Oltrepò Pavese metodo classico Pinot Nero Docg Dosaggio Zero di Conte Vistarino - conrinua Causevic - dedicato alla memoria del Conte Augusto Giorgi di Vistarino che fu il primo a importare dalla Francia questo nobile vitigno nella sua tenuta”. Oppure, il nuovo Bisol 1542 I Gondolieri, un Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut millesimato 2021 che porta Venezia in etichetta: uno spumante poliedrico e dalla gradazione contenuta che consente una beva allegra e spensierata. “Se invece cercate qualcosa di più strutturato si può tornare alle bollicine di montagna e provare il Trentodoc Pisoni Extra Brut Riserva Erminia Segalla, un vino di grande spessore e profondità ottenuto dalla ri fermentazione di uve Chardonnay. Se il Capodanno vuole essere all'insegna del “famolo strano”, Armin Causevic consiglia il Metodo Interrotto Brut Natur Furlani, “un vino frizzante ottenuto utilizzando uve bianche trentine con rifermentazione in bottiglia, dove rimane ad affinare sui lieviti per due anni. Non viene sboccato né dosato e senza l’aggiunta della solforosa prima della messa in commercio”. Altro vino “naturale” è il 70 Lune di Nicola Gatta, “uno spumante metodo classico nature di grande ricchezza e intensità, prodotto in Franciacorta da uve Pinot Nero e affinato per 70 lune sulle fecce fini. Infine, una bottiglia alla portata di tutti, da godersi con piacere e allegria in ogni situazione, senza troppi soprappensieri: “Suggerisco il Phermento del modenese Ermete Medici, un Lambrusco metodo ancestrale dal profilo semplice e beverino ottenuto con la rifermentazione in bottiglia. Un’etichetta che ha innalzato il Lambrusco a livelli qualitativi molto interessanti, contribuendo ad accendere i riflettori della critica su una tipologia troppo poco considerata”.

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